lunedì 30 novembre 2009

Castor


Accompagnatore e male escort italiano
Scheda personale
Città: Caserta
Altezza: 1,75 m
Peso: 75 kg
Capelli: neri
Occhi: castani
Taglia: 48
Dimensioni organo maschile: 18 cm
Età: da 35 a 45, forever young!
Nazionalità: italiana
Orientamento: eterosessuale
Servizi: accompagnatore e male escort
Disponibilità e orari: giorno e notte
Restrizioni: no trans e no gay.
Il sito di questo imbecille è http://www.escort-italiano.it/.
Non anticipo nulla, dico solo che un'ora in compagnia del bellissimo Castor costa 300 euro. Più cinico di così...

domenica 29 novembre 2009

bel collier Saddam, quanto ti è costato?


il Giocatore torna da Londra

Il giocatore è stato a Londra. Non che sia una novità, è l’ottava volta che ci vado. E ogni volta che sono là, questo paese mi sembra sempre più una merda. Civiltà, pulizia, servizi pubblici che funzionano, vecchi che invece dei centri sociali usano come luoghi di ritrovo i pub. Non ci sono i tamarri. Insomma una serie di cose che fanno propendere l’ago della bilancia decisamente verso il Regno Unito. Naturalmente ci sono andato nel periodo che volevo perché al contrario di voi lavoratori frustrati che dovete chiedere al capo le ferie, un giocatore può fare quel che vuole quando vuole. Ho anche visto l’edizione inglese di X-Factor. Hanno quattro giudici anziché tre, e i loro concorrenti mi sono sembrati molto più scarsi. Il giocatore non condanna X-Factor, lo apprezza. Chiunque alla facciazza vostra (ma anche mia) sia in grado di fare soldi e successo facilmente, senza magari avere né arte né parte, è sicuramente stato più furbo di noi. E in quanto tale, se lo merita. Viva Londra, viva X-Factor, viva Morgan e gli zuccherini. E andate tutti affanculo.

(ancora grazie per la collaborazione e il sostegno a Cava a.k.a. il Giocatore)

sabato 28 novembre 2009

procrastination

grazie all'Inviata Londinese per la segnalazione

campioni sportivi che amiamo


venerdì 27 novembre 2009

armi glam

Con un senso dell’humor che sfiora il geniale, una grande cura per il dettaglio ed un’enorme attenzione per le ultime tendenze di mercato, GlamGuns ha messo sul mercato una nuova serie di armi da fuoco che saranno la gioia delle vostre bambine.Ma esploriamo meglio il magico mondo delle stragi tra minori raccontato con ironia da Glambo, autore di queste meraviglie. A meritare più attenzione è indubbiamente il geniale fucile mitragliatore dedicato alla onnipresente gattina Hello Kitty, ossessione di centinaia di migliaia di bambine e teenager dei giorni nostri.



L’AK-47 di Hello Kitty è un kalashnikov, un fucile d’assalto estremamente popolare, rivestito di placche in titanio rosa e decorato con il familiare faccione della gattina Sanrio. Esistono soltanto 500 pezzi del fucile, prodotto in edizione limitata e venduto completo di tracolla realizzata all’uncinetto e, con la piccola aggiunta di 100 $ , disponibile con la firma dell’autore impressa a fuoco sull’handguard. Questa “elegante” arma da fuoco costa 1072,95 $ (748 €) e non è l’unico “gioiellino” in vendita su GlamGuns.

Il secondo fucile acquistabile sul sito è di recente produzione e si tratta di una carabina M4A1 con visore notturno, questa volta dedicata alla famosa serie animata che in Italia conosciamo come Mio Mini Pony. Un tocco di originalità è dato dalla coda fissata all’impugnatura del fucile, una piccola frivolezza che farà innamorare di questo oggetto la vostra principessina. La carabina costa 859,95 $ (600 €).

Historia testis temporum est



Richard Nelson Williamson (Londra, 8 marzo 1940) è un vescovo britannico divenuto famoso nel 2009 per lo scandalo internazionale suscitato dalle sue posizioni antisemite e revisioniste dell'Olocausto.

Membro della Fraternità Sacerdotale San Pio X, fu scomunicato nel 1988 da papa Giovanni Paolo II perché consacrato senza mandato pontificio dall'arcivescovo Marcel Lefebvre, iniziativa che la Santa Sede considerò al pari di un atto scismatico. Ha ottenuto la remissione della scomunica da papa Benedetto XVI il 21 gennaio 2009 ma rimane sospeso a divinis sine die.

strani mestieri


La Lituania, (in lituano: Lietuva), ufficialmente Repubblica di Lituania (in lituano Lietuvos Respublika) è uno stato dell'Europa (65.200 km², 3.436.561 abitanti, capitale Vilnius). Confina a nord con la Lettonia, ad est con la Bielorussia, a sud con la Polonia e a sudovest con l'exclave russa di Kaliningrad, mentre ad ovest è bagnata dal mar Baltico.
Dal 1 maggio 2004 è uno stato membro dell'Unione europea.
Con l'avvento della glasnost l'11 marzo 1990 la RSS Lituana fu la prima repubblica sovietica a proclamarsi indipendente; le truppe sovietiche tentarono di reprimere la ribellione ma alla fine dovettero cedere. L'indipendenza lituana non venne ufficialmente riconosciuta sino al settembre 1991 (dopo il fallito colpo di stato di Mosca). L'ultimo battaglione russo ha lasciato il Paese nel 1993.
Il 29 marzo 2004 la Lituania è entrata a far parte della NATO.
Ieri sera ho/abbiamo conosciuto due ragazzi un pò particolari: un lituano e un lituano/ucraino. Alla domanda "cosa ci fate qui in Italia" hanno risposto che "lavorano per il catasto". Successivamente, grazie alla traduzione di un amico, siamo venuti a sapere che gestiscono in realtà un giro di prostituzione di ragazze dell'est. Lo sapevo, dovevo diventare geometra.

anche tu?



Elio, anche tu? Brucia fra le fiamme dell'Inferno...

giovedì 26 novembre 2009

la Shoah: la bufala del secolo

l'insubordinazione #3

Gli echi giungevano a lui, in maniera confusa e indefinita come da una caverna . Un odore penetrante di minestra rancida giungeva alle sue narici, segno che si era fatta l’ora del pranzo.
I condomini naturalmente non erano al corrente di quel machiavellico tiro al bersaglio, altrimenti, si capisce, avrebbero reclamato non pensando a buttar giù bocconi. Anche se avesse chiesto loro aiuto, il fucile glielo avrebbe impedito, magari puntando contro di essi, e mietendo altre vittime innocenti. Ma forse ne erano tacitamente consapevoli, di quel gesto folle intendo, e non facevano e non avrebbero fatto nulla per impedirlo, d’altronde quella era via della Sciagura, e il nome la diceva lunga. A prescindere da ciò, il nostro protagonista, cercando di allogare una spiegazione logica al suo comportamento, rammentò di essersi destato di soprassalto nel cuore della notte il giorno prima nella sua residenza, (ancora ancorato alla sua vita) con il battito cardiaco accelerato, la fronte imperlata di sudore .
La moglie al suo fianco, infastidita dai continui movimenti nel letto e dai lamenti indefiniti ,aveva come naturale manifestato premura nei suoi riguardi, vedendolo così ansimante : «Tutto bene caro, mi sembri agitato, devi essere passato attraverso un incubo»….
«Già ,credo proprio di sì», aveva dichiarato lui senza aggiungere altro, con un filo di voce e una specie di rantolo morto in gola. «Ad ogni modo non è niente, non si tratta d’infarto ,torna pure a dormire » …….Un momento dopo, nel buio impenetrabile della casa, senza accendere la luce per non turbare ulteriormente il sonno della donna che era saporitamente ripreso, Antonio aveva sceso la rampa di scale a chiocciola della residenza a due piani, e giunto nel ripostiglio aveva scovato il fucile, (che da tempo deteneva regolarmente avendo il porto d’armi)… Era li acquattato viscidamente come un serpente, come una bestia feroce pronta a digrignare i denti, se necessario; la canna lucente avvolta in un drappo bianco, (quasi il corpo nudo di una donna segretamente custodito sotto il lenzuolo) «Avanti, che aspetti, prendimi, » pareva suggerirgli….... «Eccomi, sono qua, pronto a eseguire i tuoi ordini»…Egli pareva un’automa in quella situazione, il fucile come una calamita, lo attraeva a se indissolubilmente, e lui non poteva far altro che seguirne le direttive, come in uno stato di assoggettamento, perciò in balia di quel nerbo oscuro. Antonio ricordava ancora perfettamente lo stato febbrile in cui era precipitato nel mentre che i suoi polpastrelli avevano toccato la corazza lucida dell’arma, solo allora aveva compreso quale sarebbe stata la sua missione. Da sempre gli uomini avevano avuto la meglio sulle armi, ma in questo caso, per uno sconcertante meccanismo invertito, accadeva il contrario, ovvero l’arma esprimeva il suo comando, capovolgendo tutto, e prendendo il sopravvento .So che è difficile poterlo credere, ma Antonio non avrebbe mai arrecato del male a nessuno, in vita sua non aveva storto un capello a chichessia, eppure, in quella situazione, per “cause di forza maggiore” si ritrovava ad essere trasmutato contro la sua volontà, in quella spietata macchina di morte. In ogni caso ora, essendo più lucido, si ripromise che, obbedendo alle leggi della propria morale, avrebbe cercato disperatamente dentro di se l’insubordinazione, fedele al principio che non bisognava arrecar danno a nessuno, provocando alcuni espedienti per sottrarsi alla condizione che lo vedeva come una marionetta, i cui fili erano manovrati da una forza superiore e indecifrabile ……… Il firmamento quella mattina, era terso ,sgombro di nuvole: la giornata ideale per menar colpi e sforacchiare la gente. Al centro del mirino in quel preciso istante, un signore dalla veneranda età avanzava pacchiano, piegato in due sul suo bacchio verso il cordolo del marciapiede, in prossimità del quale c’era la panchina di un colore verde pistacchio. La barba candida poi, veniva giù deliberatamente come neve.

(ancora grazie a lucazan)

brave persone

Francesco Boni (Roma, 1944) è un conduttore televisivo italiano.
Dal 1982 tiene a battesimo le televendite di Telemarket fondata da Giorgio Corbelli.
Presenta le dirette in Tv dedicate alla pittura, sia contemporanea che antica, oltre che di antiquariato e tappeti.
È nipote e figlio d’arte: il nonno materno e il padre si sono occupati, praticamente per tutta la vita, di antiquariato tra Parigi e Roma. Fino ad oggi ha pubblicato trenta monografie d’artista e presentato circa 2.000 aste. La notorietà di Boni è cresciuta anche grazie a Corrado Guzzanti che nella trasmissione L'ottavo nano, andata in onda sulla Rai, ha proposto una simpatica parodia delle sue televendite.
Durante gli anni sessanta, alla passione per la Scuola Romana e per l’arte contemporanea si aggiunge, grazie alle frequentazioni di storici dell’arte del calibro di Longhi e Briganti, quella per il Seicento italiano. Da questi spunti culturali prende corpo un’idea: aprire una Galleria e una Casa d’Asta a Palazzo Bernini a Roma. L’operazione ha successo e viene replicata in altri palazzi antichi romani e italiani. Sempre negli anni sessanta apre a Palermo una galleria dove espone le opere dei maestri italiani più importanti.
Negli anni ottanta a Fiuggi incontra Giorgio Corbelli, presidente e titolare del canale televisivo Telemarket, che gli propone di seguire la sua galleria di Cortina: Franco Boni accetta imponendo l’inserimento dell’arte contemporanea. L’obbiettivo è di interessare all’arte contemporanea un pubblico vasto ed eterogeneo, in termini di fascia di età, estrazione sociale e livello culturale. In tal modo i più grandi maestri internazionali (Picasso, Campigli, Fontana, Burri, Dubuffet, Boetti, De Chirico, Morandi, ecc.) vengono apprezzati e acquistati.
Questo progetto raggiunge un tale successo che poco dopo è trasferito sulle frequenze di Telemarket. Nel 1997 crea una televisione cultural-commerciale a Palermo sostenendo un palinsesto legato all’interdisciplinarità artistica. Nel 2001 rientra a Telemarket, dove lavora ancora oggi, occupandosi di televendite in diretta di dipinti antichi e arte contemporanea. Sovente fa trasmissioni in diretta con l'autore dei quadri , il quale illustra le proprie opere: come sono nate, da quale ispirazione e cosa rappresentano per lui. È inoltre Presidente dell’archivio storico dell’associazione culturale ArtTime.org.
Dal 28 settembre 2008 scomparve misteriosamente dal teleschermo dell'emittente bresciana, per farvi poi trionfalmente ritorno il 20 febbraio 2009 in compagnia di Vittorio Sgarbi per la conduzione della trasmissione dedicata alla pittura antica.

mercoledì 25 novembre 2009

Alexanderplatz

Svetta una torre di vetro. Altissimi, milioni di uffici. Passano silenziosamente treni elettrici, puntuali, gratuiti. Le persone che li popolano parlano sottovoce, educatamente discorrono delle loro faccende, in idiomi babelici. Una fontana rotonda, al centro, spenta e sporca, qualche zingaro che chiede l'elemosina, suonatori, venditori di spillette della DDR effetto-antico.
Centinaia, migliaia, milioni, miliardi di persone che interagiscono. Quasi si può vedere la rete delle loro comunicazioni, intrecciata, salda. Sta dunque in questo la modernità? Nel poter liberamente interagire?

le nuove frontiere del cattolicesimo

commenti?

il complimento è la veste elegante dell'invidia

La cornice dove si purgano gli invidiosi, non ha nulla da invidiare ad un girone infernale, tanta è la durezza della pena. Le anime che in vita hanno goduto con la vista delle sofferenze altrui, adesso, per la legge del contrappasso, hanno le palpebre cucite, sicchè non possono vedere ed hanno persino difficoltà a piangere. Dante è mosso a somma pietà per le sofferenze di queste anime.
La cornice degli invidiosi è degna di un girone dell’inferno. Le pene che le anime subiscono sono dure e crudeli, ma in queste anime, come in tutte le altre che sono al Purgatorio, regna sovrana la speranza, poichè un giorno queste pene finiranno e le anime andranno in Paradiso. L’invidia è uno dei sette peccati capitali, è consiste nella tristezza per il bene altrui. La persona si affligge, mentre dovrebbe godere del bene del suo prossimo
Virgilio invita Dante a sforzarsi con lo sguardo, perché appoggiata alla parete della roccia vi sono un gran numero di anime. Dante acuisce la vista, e vede molte anime che con un manto simile al colore della roccia, stanno sedute per terra. Il livore di queste anime mentre vissero, si è come tramutato in un manto livido, che simboleggia il peccato.

43Ma ficca li occhi per l’aere ben fiso,
e vedrai gente innanzi a noi sedersi,
e ciascun è lungo la grotta assiso”.

46Allora più che prima li occhi apersi;
guarda’mi innanzi, e vidi ombre con manti
al color de la pietra non diversi.

Dante avanza verso queste anime tristi, ed ode una litania. Gli invidiosi recitano una preghiera d’intercessione: le litanie dei Santi, di antichissimo uso. In questa litania vi è l’inserzione dei nomi dei santi venerati dalla chiesa. In questo caso viene ricordata l’invocazione alla Vergine Maria, all’arcangelo S. Michele, all’apostolo S. Pietro.

49E poi che fummo un poco più avanti,
udia gridar: “Maria, òra per noi”:
gridar “Michele” e “Pietro”, e “Tutti i santi”.

La vista di quelle povere anime commuove Dante che si muove a compassione verso di loro, al punto che giunto un po’ più vicino e viste le loro sofferenze, dalla commozione e dalla pena gli sgorgano le lacrime.

52Non credo che per terra vada ancoi
Omo si duro, che non fosse punto
Per compassion di quel ch’ì vidi poi;

55Chè, quando fui sì presso di lor giunto,
che li atti loro a me venivan certi,
per li occhi fui di grave dolor munto.

Quelle povere anime sono ricoperte da un panno aspro e rozzo (simbolo di umiltà e penitenza) e si sorreggono uno con l’altro, e tutti vengono sorretti dalla roccia.
Essi sono come i ciechi che sono in miseria e che si mettono avanti alle chiese nei giorni di maggiore afflusso dei fedeli. Ciascuno appoggia la propria testa su quella del compagno vicino, chiedendo la carità con le parole, e la compassione per lo spettacolo di tanta sventura. Il lamento è accresciuto dall’implorazione di pietà; i ciechi non possono guadagnarsi, se non con estrema difficoltà, un pane.
Perché la pietà nelle persone si forma non solo per le parole ma anche per l’aspetto,che non meno delle parole, invoca e quasi pretende una pietà pronta e sollecita. Nella stessa maniera come ai ciechi i raggi del sole non portano nessun giovamento, così a queste anime, gli occhi, che in vita trassero un’amara e torbida gioia dalla vista dei mali altrui, ora sono ciechi. L’ invidia è di per sé una forma di visione corrotta e talvolta quasi una cecità.

58Di vil ciliccio mi parean coperti,
e l’un sofferia l’altro con la spalla,
e tutti da la ripa eran sofferti.

E’ terribile la punizione che spetta a questi dannati. Siccome essi nella vita sono stati invidiosi delle fortune altrui, ed hanno guardato con occhio malevolo le cose buone degli altri, per la legge del contrappasso essi adesso non possono vedere, ed infatti hanno un’accigliatura alle palpebre. Era questa una tecnica che si utilizzava per addomesticare e rendere pronto alla caccia uno sparviero adulto. I falconieri, procedevano all’accigliatura ossia cucivano le palpebre allo sparviero, finchè reso docile, gli restituivano la vista.

(chi ha orecchie per intendere, intenda, volendo)

martedì 24 novembre 2009

Jack "the dripper" Pollock

È di Jackson Pollock il quadro più costoso del mondo. Battendo il record del quadro di Gustav Klimt “Adele Bloch-Bauer I”, venduto nel giugno 2006 per 135 milioni di dollari, il dipinto "N.5/1948" è stato venduto dal magnate dell’industria cinematografica e discografica, David Geffen in un’asta che ha visto lievitare il prezzo dell’opera fino ai “finali” 140 milioni di dollari (110 milioni di euro). Secondo indiscrezioni l’acquirente del quadro sarebbe un finanziere messicano, David Martinez, che però non ha rilasciato alcun commento a riguardo. Martinez, negli ultimi tempi, si è distinto per una fervente attività di collezionismo di opere di maestri contemporanei e per l’acquisto di un appartamento da 54,7 milioni di dollari nel Time Warner Center. Intermediario della trattativa è stato un critico d’arte della casa d’aste Sotheby’s, Tobias Meyer.

lunedì 23 novembre 2009

emo Vs RepubblicaTV: la lunga sfida dei cervelli

Il giornalismo d'inchiesta di RepubblicaTV fa scuola. Ecco dunque un video choc che cambierà la percezione della vostra realtà.

(li pagano per fare queste interviste? speriamo, sono così radical-chic..)

darò fuoco alle terre serbe


Mentre in Italia continua il dibattito in merito alla rimozione dei crocifissi nelle scuole, del quale al CinicòDio non frega un emerito cazzo, nella Santa Sede il papa ha ricevuto il famigerato cantante croato Marko Perkovic Thompson, noto alle cronache per il suo ultranazionalismo di estrema destra. Sul sito ufficiale del cantante croato (il quale sostiene di essere un cattolico devoto e di predicare l’amore verso la patria, Dio e la famiglia, nonostante abbia scelto come nome d’arte la marca di un’arma da fuoco) sono reperibili le foto dell’udienza vaticana in seno alla quale Benedetto XVI ha ricevuto in regalo CD e DVD dell’artista in questione.Va sottolineato che i concerti di Thompson fanno sempre il tutto esaurito in Croazia, ma ciò che colpisce di più è il modo in cui egli inizia i suoi spettacoli, salutando il pubblico con il saluto ustascia “Za dom-spremni!” (trad. “Per la patria-pronti!”) - salutoutilizzato dal regime filonazista di Ante Pavelic durante la seconda guerra mondiale, analogo al “Sieg Heil” tedesco o al “A noi” fascista. I concerti di Thompson sono stati vietati in Svizzera (dove gli è stato negato l’ingresso per i prossimi tre anni), Austria, Germania e Olanda. La causa di questi divieti, secondo il cantante, è attribuibile alle lobby ebraiche. Nel brano “Anica, kninska kraljice” (trad. “Anica, regina di Knin”), Thompson canta i seguenti versi: “Per Anica e un boccale di vino / Darò fuoco alle terre dei serbi / Darò fuoco a due o tre postazioni serbe / Tanto per non essere venuto invano”. Un’altra sua canzone è intitolata come il motto utilizzato dallo stesso Pavelic, mentre tutti coloro che gli rivolgono delle critiche vengono da lui definiti come “comunisti, anticristi e massoni”.Come ricorda il blog BalkanRock, Thompson ha inoltre cantato un brano “in cui ricorda con nostalgia il campo di concentramento di Jasenovac, evocando i corpi dei serbi sgozzati che galleggiano sul fiume Neretva.”

l'insubordinazione #2

L’uomo, di statura bassa, capelli bruni, carnagione abbronzata, corporatura esile, incensurato e perciò insospettabile, aveva lasciato la propria residenza senza dare traccia di sé ai famigliari, uscendo di casa come un sonnambulo nel cuore della notte sotto il chiarore di una luna nefasta. Il disgraziato, che aveva messo su un po’ di pancetta negli ultimi tempi, la barba ispida, i capelli scompigliati, come smarrito in una landa desolata, aveva vagolato per un tempo imprecisato lungo le vie della città di Torino, poi era approdato alla stazione centrale dove come un barbone aveva trascorso il resto della nottata dormicchiando su di una panchina con accanto il suo fucile .Alle prime luci del mattino, come convogliato su di un binario dalla forza motrice dell’arma, aveva puntato (quasi un soldatino in congedo), verso quel condominio in via della Sciagura 45, dove aveva affittato una stanza all’ultimo piano, pagando per un mese. C’era da puntualizzare che quel buco ostile non gli apparteneva per niente.
Antonio se n’era reso conto appena varcata la soglia, si capiva in effetti che egli era manovrato da qualcuno che lo aveva preso in ostaggio, come in un rapimento….. Lui di certo non avrebbe avuto simili propensioni! : un puzzo malsano, di chiuso e malaticcio aleggiava tra le mura, che oltretutto erano scrostate per l’umidità; un’area spoglia di mobilio, in una palazzina che ospitava all’incirca una cinquantina di residenti (quasi tutti extracomunitari clandestini, perlopiù trafficanti di droga e prostitute) nella via più malfamata della città, elementi questi che certo non si confacevano per nulla alla sua personalità d’avvocato tutto d’un pezzo, che si era fatto una certa clientela da molto tempo e una stima di personaggio importante, di uomo che conta.
Il fatto è che tale luogo era privo di memoria. Quella stanza in effetti, era asettica, vacua, totalmente esente dai ricordi d’Antonio, dai quarantotto anni di vita o giù di lì che si portava appresso, non aveva niente da spartire con la sua esistenza il buco sudicio; piuttosto le pareti sembravano presagire e trasudare una lugubre atmosfera di morte…Probabilmente, in passato all’interno dell’appartamento era stato consumato un omicidio in piena regola, o forse era stato trovato riverso sul pavimento, il cadavere di un uomo deceduto per una dose di droga tagliata male……. «Che ci faccio io qui, ubicato in un luogo così fatiscente?»
Ma Antonio non sapeva darsi una risposta. Ora le presenze oscure, ristagnanti dalla sporcizia e dal putridume che regnava nel locale stavano per affiorare, a fomentare in lui l’istinto di morte, e lo avrebbero spinto inesorabilmente ancora più in fondo nell’oblio, in un viaggio di sola andata, ove era la perdita dell’uomo. Insomma il marcio che c’era stato, e di cui le stanze della palazzina erano impregnate, di lì a poco si sarebbe sprigionato in tutta la sua irruenza. Infatti, pochi istanti dopo,a conferma di questo suo presentimento, l’avvocato scorse alcuni grossi topi affiorare improvvisamente da sotto il mobile, e per giunta gli venivano incontro come trottole impazzite. «Andate via, bestiacce schifose» inveì contro di loro Antonio, e sferrò prontamente un calcio al corpo fetido di uno che andò a spappolarsi contro il muro con un rumore viscido e un tonfo sordo, mentre le interiora scivolavano lungo l’intonaco. I roditori lo circuivano e lo esortavano a compiere il suo dovere, per ordine del loro Superiore …..Si sentiva soprassedere da questi animali, era come se inavvertitamente qualcuno si fosse messo prepotentemente alla guida della sua automobile, e lui ora rassegnato a prendere il posto del passeggero….. Antonio era in balia di tutta quella tremenda macchinazione, ordita contro di lui. Un altro ratto dalle proporzioni smisurate, la coda rosa in netto contrasto con il folto pelo nero, occhi raggelanti, si avventò sulla caviglia d’ Antonio e morse avidamente la carne. Un fiotto di sangue improvviso zampillò sul pavimento, l’avvocato cacciò fuori un urlo brutale, e si chinò, piegato in due dal dolore…«Va bene, maledizione eseguirò gli ordini, non vi preoccupate, farò quanto mi è stato comandato»…
I ratti squittivano cupidamente emettendo suoni spaventosi cha facevano vibrare le budella e accapponare la pelle. Parevano soddisfatti del risultato ottenuto, uno di loro ,probabilmente il leader del gruppo, all’incirca un metro di altezza, s’inerpicò magistralmente sul muro in cima al davanzale, accanto al fucile puntato sulla strada. Con un altro imprevedibile balzo salì in groppa alla spalle d’Antonio ,poi arrotolò il codone che era come la prolunga di una spina, attorno al collo dell’avvocato ….«Bastardo, sto soffocando, che qualcuno mi aiuti!, esclamò il poveretto, ormai al limite delle forze. A quel punto, un po’ alla cieca, visto che la vista se ne stava progressivamente andando e una nebbia improvvisa gli copriva il mondo, esercitò una discreta pressione sul grilletto, quanto bastava far partire il proiettile, come un missile diretto laggiù sulla strada trafficata .
La detonazione riempì il mondo, la pallottola andò a conficcarsi proprio sul pneumatico di un camion, il quale perse il controllo della strada andando a schiantarsi contro una panchina dove era seduta una giovane madre, più o meno sui vent’anni, con la sua dolce figlioletta dai capelli biondi come Riccioli D’oro, la ragazzina del film. Poi il mezzo si rovesciò su se stesso e andò a terminare la sua corsa contro un albero incendiandosi completamente Quindi le fiamme divamparono selvaggiamente divorando tutto quanto era intorno Anche altre vetture vennero coinvolte nel sinistro e nelle lingue di fuoco ,con una sorta di tamponamento a catena, in quello che pareva il principio dell’inferno. Ora dalla strada giungeva il suono impazzito di un clacson, altri subito dopo a seguirlo. Il caos era ovunque, le grida della gente giungevano dalla strada e testimoniavano la disperazione più totale. A quel punto il grosso ratto mollò la presa dal collo d Antonio e soddisfatto se ne fuggì via seguito dal resto della ciurma .L’avvocato rincominciò a respirare a pieni polmoni, l’aria è vero, usciva un pò a fatica, tuttavia il meccanismo si stava ripristinando, nel frattempo la vista lentamente affiorava. Cadde a terra, evidentemente sotto shock, e subito scoppiò in un pianto dirotto, i singhiozzi erano irruenti e gli provocavano violente contrazioni allo stomaco.
Terminata la crisi egli era di nuovo all’opera, appostato sul davanzale, brandendo l’arma tra le mani per continuare la sua missione. Dalle varie stanze in quel momento precipitavano afone le voci impersonali degli altri inquilini, a volte un brusio sommesso e indecifrabile nella stanza accanto, oppure qualche schiamazzo di ragazzetto adolescente nel pianerottolo, una madre che esortava il suo figliuolo da un finestra più sotto a tornare a casa.

(grazie ancora a lucazan)

domenica 22 novembre 2009

X l'Innominabile

Non fosse a causa del fatto che ne sente parlare continuamente, come di Facebook d'altronde, il CinicòDio non sprecherebbe una sua preziosa domenica pomeriggio a riflettere su queste minuscole ed insignificanti questioni. Ma si è svegliato talmente inacidito che l'articolo si scrive da solo e, in questi casi, largo alla scrittura, se automatica. Infrangerà addirittura in questo modo una sua norma fondante, quella di evitare in ogni caso riferimenti a fatti d'attualità: i lettori possano perdonarlo.

Su RaiDue, meglio battezzata come RaiVaticano, un giorno non meglio definito dello spazio e del tempo, una cricca di omosessuali, produttori, esperti di marketing, ballerini e altri personaggi di tal risma, decisero di mandare in onda un programma, X-Factor. Il CinicòDio non scende nel merito, non sa se sia un format del cazzo o una brillante idea tutta italiana, quello che sicuramente gli è balzato agli occhi è l'inspiegabile successo d'ascolti di questo marasma improponibile di stronzi e stronzate, ché chiamarlo in altro modo risulterebbe riduttivo.
Dopo aver lungamente riflettuto sul perché ci siano esseri viventi soliti seguire con passione le vicende contenute nel “l'Innominabile” (come d'ora in poi verrà definito il programma), ed essere arrivato alla conclusione che l'umanità è bella perché varia, il CinicòDio crede che altre motivazioni plausibili possano essere queste.

  • È intrinseco in ogni essere umano il desiderio di cantare “Rimmel” di De Gregori davanti ad un vasto pubblico in sala e con i propri amici che ti seguono da casa e fanno il tifo per te.
  • È intrinseco in ogni essere umano il desiderio di fare soldi velocemente sfruttando la popolarità televisiva, di qualsiasi genere sia e da qualsiasi bieca azione derivi.
  • È intrinseco in ogni essere umano godere delle lacrime e dei fallimenti altrui, le lacrime degli altri fanno dimenticare la vita di merda che stai facendo tu.
  • È intrinseco in ogni essere umano il desiderio di poter pippare cocaina con i ritmi di Morgan senza che nessuno possa denunciarti, anzi, venendo pagati per farlo.

Ora, anche al CinicòDio piacerebbe poter pippare in tutta tranquillità arricchendosi e, molto probabilmente, anche ravanando con un sacco di giovani adolescenti, ma non per questo ha deciso di ridursi ad una stupida marionetta schiava dello share! Ci mancherebbe! Però che invidia, il CinicòDio in prima serata che sbotta e spara a zero su qualsiasi cosa gli venga in mente, sarebbe un'ottima pubblicità...

Il CinicòDio spera che la sua posizione riguardo “l'Innominabile” risulti chiara ma, nel caso in cui non lo fosse, ecco un augurio rivolto al vincitore dell'edizione di quest'anno: carissimo, il CinicòDio ti augura con tutto il cuore che tu possa morire assai presto. Il CinicòDio non comprerà il tuo cd, è ovvio.

sabato 21 novembre 2009

l'insubordinazione

All’ultimo piano dell’edificio, in una palazzina comune di trentacinque interni (di un colore grigio topo, risultato dello smog), collocata nel pieno centro della città di Torino, Antonio Solerte, di professione avvocato penalista, anni 48, si apprestava a portare a termine contro il suo proposito, un deplorevole, infausto, folle piano di distruzione, un eccidio senza precedenti………Si, avete capito bene, non di sua iniziativa compiva l’azione, poichè si sarebbe detto che egli fosse stato pilotato da qualcuno che lo teneva sotto scacco.
Comunque sia, a prescindere dalla responsabilità, il protocollo consisteva semplicemente nel praticare una sorta di tiro a segno sulle persone (ma qui non si trattava di innocui gavettoni) che s’accingevano a transitare là sotto, lungo la strada, abbacinate nella pinguedine delle domestiche faccende . Il piano oltretutto, prevedeva d’assestare colpi di proiettile anche agli abitacoli delle autovetture, magari alle gomme, laggiù, ove vaneggiava lo sciame inesauribile del traffico,per porre fine a tutto quel via vai implacabile, onde causare collisioni che potessero in qualche modo coinvolgere altri mezzi, provocare scontri frontali con più morti possibili, generando il caos.
Dunque, è bene precisare che l’uomo in questione, era solo una vittima e niente di più, si trattava infatti di una pedina manovrata dall’arma che reggeva fermamente tra le mani, dal momento che questa, assumendo per così dire le vesti del carnefice, incredibilmente e inspiegabilmente, aveva come ottenuto pieno regime su di lui, vincolandolo al suo bieco volere .
Si poteva affermare che Antonio e l’arma erano oramai una cosa sola, vivevano come in simbiosi, tant’è che risultava arduo delimitare il confine che li separava, i loro corpi sembravano fabbricati l’uno per l’altro, come saldati insieme, assemblati in una stretta cieca alleanza . Così il fucile pareva essere indiscutibilmente il prolungamento del braccio destro dell’uomo, un tutt’uno con esso ,quindi qualcosa di vivo, forse addirittura costituito di carne, ossa e sangue, con un cervello proprio , una mente sopraffina e superiore che defraudava l’altro encefalo, quello di Antonio, che veniva come inglobato in questo . Il fucile simbionte, parassita, traeva benefici dall’associazione a spese dell’ospite, si nutriva a scapito di costui, della sua inesauribile sete di sangue ……L’avvocato era costretto a sacrificare vittime innocenti per il volere dell’arma ,come a una divinità superiore.
Questa era dunque l’egemonia, il dispotismo, la prevaricazione instaurata subdolamente dal fucile che soverchiava l’arbitrio dell’avvocato, raggirando la sua volizione. Era già da un po’ di tempo in effetti che in città non accadevano ammazzamenti, il che induceva a supporre che era giunto il momento di far versare un po’ di sangue innocente, anche perché le notizie di cronaca ne risentivano di questa crisi, e la gente concordemente non acquistava giornali.
Lungi dal farsi degli scrupoli il fucile tirannico, di punto in bianco, come in una sorta d’anarchia, aveva preso il pieno controllo della situazione mettendo sotto il suo condizionamento Antonio e costringendolo in quell’impresa che aveva, lasciatemelo dire, dell’incredibile. Ora una temibile ghigliottina era tesa sulle teste delle persone, che ignare della loro sorte transitavano lungo la strada, e l’avvocato reggeva la cordicella che avrebbe azionato il tutto. Non c’era modo di tirarsi indietro, ora il nefasto destino della gente era nelle sue mani .
Quello era solo l’incipit, se tutto fosse andato per il verso giusto, probabilmente anche altre armi avrebbero aderito all’iniziativa, prendendo d’esempio il temibile schioppo. L’uomo se ne stava là, trastullandosi nelle sue congetture, senza un motivo legittimo per giustificare quello che stava per compiere, piantonato sul davanzale dell’ampia finestra come un cecchino, prendendo di mira la calca, e avrebbe relegato la morte senza mezze misure, come confezionando tanti pacchetti regalo. Si, si, certamente, senza tante requie lo avrebbe fatto ( e non per burla) : qua e la indistintamente con forma blanda ,non c’erano sconti ne favoreggiamenti di sorta ,non era uno piuttosto che un altro….. Si sarebbe detto d’ intravedere una logica in quel disegno nefasto ,forse avrebbero reclamato alcuni ,a questa persona era stato fatto un torto, l’amministrazione ,lo stato, l’intera nazione , o chicchessia era chiamata in causa .
Dunque, a rigor di logica, per sete di rivalsa ora essa faceva fuoco vendicandosi sulla moltitudine. Niente di tutto questo, non c’era in realtà un movente razionale che potesse giustificare le sue azioni . Si capisce che risultava impervio avvalorare questa ipotesi ,ma l’incredibile evento avveniva proprio sotto le direttive dell’arma squilibrata che Antonio reggeva tra le mani tremolanti, dalla quale sembrava scaturire una fonte d’ energia enigmatica e inesauribile, che pareva attrarre a se la povera vittima come una calamita ,soggiogandola completamente
«Aiuto», intanto gridava atterrito il poveretto al suo pubblico giù in strada, pieno di torbido sgomento, « non sono un assassino, non voglio arrecare del male fisico a nessuno io, è il fucile casomai, che mi tiene sotto torchio, che qualcuno mi liberi da questa dittatura, perdiana ! »……..
Ma egli non dimentichiamolo, era all’ultimo piano, e poi a quell’ora di punta, con tutto quel viavai di macchine, in quella processione inesauribile, come avrebbe potuto attirare l’ attenzione degli automobilisti?

(continua....)
(grazie mille a lucazan per la partecipazione e il sostegno)

buona visione agli amanti del genere

david1 ne sa una più del diavolo.... forse Egli è il diavolo...

venerdì 20 novembre 2009

"da quando sono diventato vegan vado al bagno in modo diverso"

Non è uno scherzo, anche se la cosa fa davvero sorridere. Il diritto di non mangiare o cucinare carne è oggetto di un disegno di legge bipartisan alla Camera ideato da un'associazione animalista ben nota, la Lav e firmata da otto deputati, divisi a parimerito tra centro- destra e centro – sinistra (4 del Pdl e 4 del Pd).

Il ddl mira a tutelare, in via preferenziale, le scelte alimentari vegetariana e vegana cercando di imporle per legge all'interno del campo della ristorazione. Ciò avverrebbe a partire dalla formazione degli aspiranti cuochi che per motivi etici o religiosi potranno opporsi “alla violenza su tutti gli esseri viventi” e rifiutare le lezioni didattiche che hanno per oggetto alimenti animali, seguendo in alternativa appositi corsi di gastronomia vegetariana e vegana, che dovranno essre previsti obbligatoriamente nei programmi didattici delle scuole alberghiere.

Tra i contenuti del testo c'è inoltre quello di prevedere menù vegetariani e vegani in tutti gli esercizi pubblici, così come in tutte le mense, scolastiche e non in alternativa ai piatti a base di carne e pesce. Per la mancata applicazione di queste disposizioni sono previste sanzioni da 3 a 18 mila euro e la sospensione della licenza di esercizio per trenta giorni lavorativi, con possibilità di inasprimento in caso di recidiva.

Non ci vuole un genio per capire che se una legge del genere dovesse essere approvata manderebbe nel caos l'intero settore della ristorazione. Basti pensare che per i piatti vegani tutti gli ingredienti dovranno essere esclusivamente di origine vegetale e che, sempre secondo i contenuti del ddl per quanto riguarda la scelta vegetariana le stesse uova dovranno provenire da galline allevate con metodi biologici o all'aperto.

Per non parlare poi delle conseguenze sociali e culturali di una tale imposizione verso i ristoratori, esagerata nei contenuti e sintomo di un animalismo impazzito che tenta di estendere la sua sfera d'influenza a colpi di legge.

Siamo al paradosso. Il CinicòDio, in un'assemblea plenaria, ha deciso di mandare tutti questi cosiddetti "deviati alimentari" nei forni crematori. Conditi da patate novelle, che a loro piacciono tanto.

giovedì 19 novembre 2009

scadenze #2

Io, per me, m'acciglio, m'accordo
ma il rame del fusto s'accende
nei pelaghi del lavoro umano,
o nel sordo luccichio degli aghi;
tu menti la legge,
il tanfo del tuo rimpianto svanisce.
La parola annientata, la parola mutilata,
sono la parrucca d'edera di un vaso.
Dai marciapiedi per feti d'ornamenti
(il mobilio parossistico dell'avvenire)
come l'orrore è così prossimo al magico,
così il tessuto narrativo è scrigno
per velivoli dirottati.
Io, per me, calcolo la tara,
lo sbriciolio di ciò che resta,
la cinestetica dell'aridità,
note calde di prugne e more.
Ricordo infine un tale conte, della famiglia Gonzaga,
le tigri del Bengala
(chimera delle cateratte del Niagara).

il giocatore

Il giocatore di poker. “Non è un lavoro”. “Cazzo vai a fare”. “Finisci l’università”. “Non penserai mica di campare di quello”. “Manda il curriculum”. “Metti via quei soldi che hai vinto prima di perderli”. Siete solo dei paurosi, invidiosi. Vi caga il cazzo che uno in poche serate di divertimento guadagni come voi in un mese. Voi, che vi svegliate alle 7 del mattino. Io sto dormendo e sono in piena fase REM. Voi, che avete un’ora di pausa pranzo. Io in quei momenti mi sveglio. Voi, che alle 19 finite di lavorare. Io sono a fare allenamento e divertirmi. Voi, che alle 23-24 andate a letto. Io sono fuori a bere qualcosa o nel pieno del mio divertimento remunerativo. Ammazzatevi pure di lavoro 10 ore al giorno. Io per ora provo a fare questo. Poi, se non ci riuscirò, avrete vinto voi e la vostra prospettiva di vita di merda. Ma intanto io mi sono goduto gli anni migliori. Vaffanculo, ci vediamo a 50 anni.

(grazie a cava per la collaborazione e il sostegno)

martedì 17 novembre 2009

scadenze

E' da considerarsi ormai imminente
meduse ad uso e consumo
pallide e flaccide cose;
parapsicologiche, giuridiche, di giacca e cravatta
(ma latta è nel parapiglia delle arterie
il plasma).
Orgasma,
piena di boria, in sifoni e suoni d'ottoni.
E' da considerarsi ormai imminente
di quando in quando, di scaglia in scaglia, alla rinfusa
medusa del mio assorto dipanare;
dissertare ogni camera separata, ogni giaciglio di suono
e via a mascherarmi di caucciù, materia plastica
o soda caustica.
Io non sto lì a buttar giù prudenza,
con i tuoi trucchi beceri,
esistenza.
E' da considerarsi ormai imminente
quando fluttuo nel tubo catodico
chi può parlare di uso metodico
di ossigeno?
Tra la mola e la lama sta assiso il futurabile finchè
una pelliccia di ermellino chuderà il cerchio dei fatti, in fondo,
all'uscita del tubo.
Il cubo di Rubik dei miei pensieri.

il padre e l'orso (ovvero un altro sogno)

Nel prato davanti alla casa viveva, da tempi troppo remoti per essere ricordati, un orso bruno. Un giorno piuttosto soleggiato il padre scese le scale e lo affrontò. Una breve lotta e l'animale era già al guinzaglio. Il figlio, poco dopo, tentò di malmenare l'orso con un bastone, ma la bestia lo colpì con una zampata al polso; allora il figlio osservò la mano e si accorse che l'orologio antico, che prima portava con orgoglio, era andato in mille pezzi.

lunedì 16 novembre 2009

brave persone

Lavrentij Pavlovič Berija (in russo Лаврентий Павлович Берия; Sukhumi, 29 marzo 1899 – Mosca, 23 dicembre 1953) è stato un politico sovietico, capo della polizia segreta sotto Stalin.

Anche se Berija venne formalmente condannato per essere una spia britannica, la leadership comunista cercò da subito di "insaporire" le accuse con altre informali e di natura più personale. Queste comprendono illazioni secondo cui avrebbe stuprato numerose donne, nonché torturato e ucciso personalmente molte delle sue vittime politiche.
Le accuse di violenza sessuale contro Berija vennero mosse la prima volta in un discorso del Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista, Nikolaj Šatalin, al meeting plenario del comitato del 10 luglio 1953, due settimane dopo l'arresto di Berija. Šatalin disse che Berija aveva avuto relazioni sessuali con numerose donne e che aveva contratto la sifilide come risultato di rapporti con prostitute. Šatalin fece riferimento a una lista (tenuta dalle guardie del corpo di Berija) di oltre 25 donne con cui Berija aveva fatto sesso. Col tempo, comunque, le accuse divennero più drammatiche. Khruščёv nelle sue memorie pubblicate postume, scrisse: "Ci venne data una lista di più di 100 nomi di donne. Vennero trascinate a Berija dai suoi uomini. Ed egli aveva in serbo lo stesso scherzo per tutte: a tutte quelle che arrivavano alla sua casa, Berija faceva un invito a cena e proponeva di bere alla salute di Stalin. E nel vino, mescolava alcune pastiglie di sonnifero...".
Negli anni ottanta, le storie sugli abusi sessuali di Berija comprendevano la violenza su ragazze adolescenti. Anton Antonov-Ovseenko, che scrisse una biografia di Berija, disse in una intervista: "Di notte percorreva la strade di Mosca in cerca di ragazze adolescenti. Quando ne vedeva una che stuzzicava la sua fantasia faceva sì che le sue guardie la accompagnassero a casa sua. Talvolta faceva sì che i suoi scagnozzi gli portassero cinque, sei o sette ragazze. Le faceva spogliare, ad eccezione delle scarpe, e le costringeva a disporsi in cerchio, a gattoni, con le teste vicine. Egli camminava attorno a loro in vestaglia, ispezionandole. Quindi ne prendeva una per le gambe e la trascinava fuori per violentarla. Lo chiamava il gioco del fiore".
Diverse storie sono circolate nel corso degli anni, secondo cui Berija in persona picchiava, torturava e uccideva le sue vittime. Fin dagli anni settanta, i moscoviti hanno raccontato storie di ossa ritrovate nel cortile, nella cantina o nascoste nei muri della ex-residenza di Berija, che oggi funge da ambasciata della Tunisia. Il quotidiano londinese Daily Telegraph riportò nel dicembre 2003: "L'ultimo orribile ritrovamento - un grosso femore e alcune ossa di una gamba, più piccole - avvenne solo due anni fa quando venne ripiastrellata una cucina. Nel seminterrato, Anil, un indiano che ha lavorato all'ambasciata per 17 anni, mostrò un sacchetto di plastica con ossa umane che aveva trovato nelle cantine".

domenica 15 novembre 2009

il padre ed il fratello più piccolo (ovvero un sogno)

Il padre prese in braccio il figlio più piccolo, vestito solo di una camicia bianca abbottonata stretta fino al collo e braghette corte blu. Il piccolo, con le sue lunghissime braccia scarne, iniziò a dimenarsi. Il fratello più grande, dopo anni, lo vide finalmente in volto, solo un istante: gli occhi, ai lati del cranio, sopra le orecchie, erano una biglia nera, senza ciglia nè sopracciglia nè cavità oculare, quasi scavati direttamente nell'osso; il naso costituito dai due soli fori delle narici; la testa, nel suo complesso, troppo grande per essere quella di un bambino. Il fratello piccolo continuava ad agitarsi; un suono acuto - nessuno potrebbe definirla voce - gli usciva dalla boccuccia, un lamento, un cigolio stridulo. Il padre lasciò che il bambino cadesse per terra, e questi cadde seduto. In quello stesso istante il fratello più piccolo, con quegli abominevoli occhietti da insetto, fissò il fratello più grande.

sabato 14 novembre 2009

charlie the unicorn

la pesca alla trota

Tiene le gambe aperte, davanti a me, per mettere in bella mostra il pacco. Ai piedi porta un paio di galosce plastificate nere, carine, nulla da dire, ma ai piedi di una donna. Prova a leggere un libro, appena acquistato all'edicola dell'aeroporto, ma dopo non più di due pagine è stanco, assonnato, appoggia il volume e si guarda intorno, in cerca di sguardi di approvazione. È evidentemente una sottospecie di modello milanese-nordico-omosessuale, comunque di sessualità indefinita. Davanti ad un osceno spettacolo del genere, non riesco a non riflettere sul significato di “moda”, strettamente correlato a quello di “estetica”. Questa sottospecie di modello caucasico è dunque un esempio da seguire? Dovrei allora portare anche io quelle galosce da pesca alla trota per raggiungere una qualche autostima di livello modaiol-chic?
La pesca alla trota è effettivamente uno sport di tutto rispetto (non fosse per il fatto che detesto la pesca e chi la pratica e detesto ancora di più le trote), ma è il caso quindi di aggrapparsi ad uno stile pseudo-sportivo e auto-invetrinarsi in aeroporto? Non si corre il rischio di generare confusione negli occhi degli spettatori (cioè nei miei)? Credevo di essere in aeroporto, mi sono dovuto ricredere; sono uscito dal gate e, invece di partire per Berlino, ho chiamato un taxi e mi sono fatto portare in un negozio della catena Tuttopesca. Da lì mi sono fatto accompagnare ai laghetti per pesca sportiva di Varese/Somma Lombardo dove domattina parteciperò ad una competizione regionale di carp-fishing. La mia ragazza ha detto che non sto bene.

giovedì 12 novembre 2009

Conversazioni "RIVELATRICI"

A: Sai chi ho incontrato ieri?
B: ma chi?
A: Antonietta...Sai quella...
B: Chi? la stessa che sto pensando io?
A: ...Si secondo me si...la PUTTANA!!!
B: Ah....perche?...è una puttana?..non ne so niente
A: Eh si e....non sai niente...? va coi taroni lei..Le piacciono i taroni..tipo si dice che fino a poco tempo fa andava con un muratore calabrese.
B: Ah...be dai....magari le piaceva lui.....
A: No no. A lei piacciono i tauri...ne sono sicuro..se non sei un tarone non le piaci
B: Ah..vabe' dai.....tu che dici? novita'?...
A: mmm....no dai tutto bene....ma di Carlo l'hai saputo....?
B: Ah Carlo...come stà è in forma....?è un pò che non si fà vedere...
A: Be non sai la storia della morosa incinta?...
B: eeeeeeeeeh...è incinta..?
A: si si..non sai niente cazzo...dove vivi..?
B: e oh.....
A: Ma la cosa più bella è che lei è rimasta incinta....cioè quando ha fatto il test le è stato detto che era incinta già da un mese e mezzo......ù
B: e quindi?..
A: Quindi....sei proprio un cazzone.....quindi lei un mese e mezzo fà era in erasmus in Germania...
B: Be dai....che ne sai...magari primadi partire han chiavato....?
A: Si si.....proprio lei....Lo dicevo a Carlo che è una zoccola..figurati.....è fortunato se non nasce nero....
B: AhAh ma no dai......
A: Si si...lascia fare che io le so ste cose....
B: vabè....Oh devo andare.Ho il turno a lavoro
A: Ah ok...ci si sente ok?
B: ok.cia cia
A: ciao......eh...vai vai.....come se non lo sapessero tutti che è un puttaniere lui.....
A: Ue ciao...come va?
C: Ciao caro che mi racconti..?
A: Ma....tutto bene....ho appena visto Il nostro amico....
C: Ho visto che andava via...come stà...
A: Ma.....cosa vuoi.....non riesce a trovare una figa.....o è un puttaniere o è frocio secondo me....
C: Ma dai....
A: Si si.....secondo me prima mi guardava il pacco anche....
C: che cazzo oh....veramente.....vabè dai ma tu come stai come stai?
A: Bene bene....tutto bene

muri


per quanto provino ad abbatterli, alcuni muri rimarranno sempre in piedi.
grazie a Dio.
(il CinicòDio from Berlin)

mercoledì 11 novembre 2009

sguardo contemporaneo #142

non è che, per caso, l'auto-consapevolezza ci rende migliori solo nel momento in cui la esibiamo? in questo caso, io sono il massimo genio che conosca.
p.s. ho zero amici su facebook, il che significa che per voi (merde) io non esisto.

annotazioni personali #1

Perchè studio lettere? voglio vivere fino in fondo la mia predestinazione alla disoccupazione.

sguardo contemporaneo #086

se l'influenza A fosse la nuova Aids, le canne potrebbero essere le nuove spade.

"INFLUENZA H1N1"

Marco scrive da Salerno.Provincia di Napoli.

Vogliono impedirmi di studiare.
Vogliono impedirmi di crescere e di guardarli in faccia.
Vogliono impedirmi di divenire e diventare pericoloso.Di sedere al loro tavolo e di sputtanarli col solo sguardo.
Non mi danno la borsa di studio perchè spostano i termini di iscrizione, perchè negli uffici degli enti pubblici italiani l'85% del personale è incompetente, raccomandato, ignorante, e cosa peggiore è MORTO!!!!!! ( per non parlare che rubano i soldi che non danno agli studenti con la scusa che sono scaduti i tempi per questo o quell'altro....)

Dicevo. E' MORTO!!!! tanto tempo fa.

L'influenza H1N1 è nell' aria,
la sento mi stà addosso,
mi bisbiglia continuamente all'orecchio
mi sussurra, prova a entrare ma io la respingo
la mia volontà fa da scudo
la mia forza è troppo grande, il mio orgoglio la sovrasta...

Il freddo improvviso e l'umidità delle campagne salernitane non fa che peggiorare le cose.
L'influenza è più forte, si muta
parla un altro linguaggio sempre più colorito e alto e colto,
più difficile da comprendere
Si trasforma, si veste bene, abiti eleganti da compagni di patria
di resistenza
di viaggio, di sbronze serali.

Cedere al virus sarebbe "normale" e comprensibile da tutti quelli che incontro per strada e di quelli che conosco.
Anche loro l'hanno sentita l'influenza.
Anche loro hanno provato a resistere.

Poi non ce l'hanno fatta più.
Il virus è entrato in loro, si è incuneato tra i muscoli delle gambe e delle braccia,
della mente
delle vene del cazzo.

Ora sono portatori sani come i vampiri
starci vicino è rischioso, è contagioso.

Io però ho deciso che li divorerò con FANTASIA E CONCENTRAZIONE
FANTASIA E CONCENTRAZIONE.
Sono queste le mie, anzi le nostre, armi di distruzione di massa.
Siamo un esercito di penneli, di chitarre, di stilografiche, computer, e vaffanculo.

ARRENDETEVI!!!!!!!
NON AVETE SCAMPO

martedì 10 novembre 2009

sguardo contemporaneo #256

Il concetto de:”a casa mia fai quello che dico io” deve bruciare con voi. Non siete padroni di un cazzo. Io son per il razzismo ironico, per ridere della nostra ignoranza, dell'incapacità di permettere l'integrazione a persone che mandano avanti questa società tanto quanto noi, anche se vi fanno parte da meno tempo, e questa non è sicuramente per colpa loro. Spero solo che ingravidino le vostre figlie.

La mia vita mediata 1x01

Devo raccontarvi di come ho preso coscienza della mia solipsistica incapacità di vivere. Il che vuol dire che ho coscienza d'esistere, di essere vivo, e che la realtà che mi circonda esiste solo per il mio “gradimento”, e che questo è tutto ciò con cui posso aver a che fare e in cui mai m'integrerò, mai mi sentirò come una parte di qualcosa. Che in altre parole significa essere spettatore di tutte le vite del mondo senza poter per questo vivere la mia. Che in parole semplici e volgari fa di me un voyer. Sono una versione aggiornata del mito della caverna di platone. Sono l'estensione a stile di vita del ruolo marginale che spetta ad un qualsiasi spettatore al cinema. È una vita di merda.
Uno si trova combattuto tra la visione delle svariate possibilità, e la concreta impossibilità di realizzarle.
Uno si trova a sostenere una conversazione secondo una linea socialmente prestabilita, quando in realtà vorrebbe inserirci un pezzo comico, un po' di suspence, un bel cliffhanger prima di ordinare da bere, prendersi dieci minuti per un flash-back, che si ricollega alla situazione presente attraverso un particolare che fino a quel momento nessuno aveva notato. Ma la realtà è tristemente diversa. Per questo uno si fa da parte, accetta/subisce il ruolo di spettatore, perchè non vuol far parte di qualcosa che lo deluderà, preferisce fruire passivamente tutta la serie di scontatezze espresse, pregando per una fottuta scena madre.
Su questo primo blocco va aggiunta una cospicua e quasi costante assunzione di droga. La droga aiuta. O rovina. Dipende dal punto di vista. Personalmente entrambi hanno le loro ragioni d'essere. Io sono per la cannabis, ed in quanto persona che viva la propria vita mediata la droga prende una qualsiasi situazione che mi fa esclamare “uau” e la trasfigura fino a diventare qualcosa che mi fa urlare “UAU!!!” 'sta cosa ha iniziato a prendere una brutta piega quando si passava dal “non male” al “INCREDIBILE”. Su questo ancora non mi so regolare troppo, ma c'è sempre la possibilità di smettere o unirsi all'esercito del sert. Peccato che una volta sgamato dovrei subire una serie agghiacciante di teatrini da ceto medio, impersonato dalla mia famiglia, pensando con invidia alla drammaticità con cui vivrei il tutto se fosse una rappresentazione. Forse è il semplice fatto che le cose che succedono sono REALI a renderle tanto orribili.
Questo è un episodio pilota.

Nella prossima puntata: parlerò di figa, e delle conseguenti denunce per molestia della stessa.

sguardo contemporaneo #165

teniamo il crocifisso nelle aule, per carità. Altrimenti come li addestriamo i bulli a scagliarsi contro i simboli del potere?

Paranoia Nerd

mi ritrovo senza motivo a descrivere i motivi del mio disagio. È insopportabile vedere persone, esseri senzienti, ridursi in tale stato, vivendolo con orgoglio beota. L'incapacità di poter creare una qualsiasi situazione di dialogo di espressione di idee, di personalità. A chi fa comodo questa situazione?
Perché lasciare intere generazioni senza un alternativa al bere? E poi lamentarsi delle stragi del sabato sera, dell'uso di droga e dell'ignoranza dilagante.
Non meritiamo niente, ma deve esserci data la possibilità di fallire.
Io non ho nulla a che fare con la mia generazione, io sono fuori tempo massimo. Però ho questo desiderio di vederli reagire, di vederli incazzati. Rabbiosi e uniti. E invece si vive come in città stato, gli uni con gl'altri contro tutto il resto, chiusi, passivi, vincolati ad una cultura bassa e commerciale.
Io posso parlare di cose precise, semplici, di facile fruizione: musica, cinema, letteratura, politica, pornografia, antropologia spicciola, ma devono essere cose con confini ben precisi, informazioni che confermano o meno ogni proposizione espressa. Se mi parli d'altro mi metti a disagio, io non li voglio sentire i tuoi luoghi comuni le tue frasi fatte, le tue scontate lamentele. Sono stanco di dover ascoltare concetti triti e ritriti. Voglio sentire gente che si mette in discussione, che mette in discussione tutto il preconcetto. Dammi un motivo per continuare queste chiacchiere. Parliamo di niente senza prenderci sul serio, ridiamo del nostro inevitabilmente goffo modo di porci.
Io posso riempirti una serata di parole random su di un gruppo, una corrente musicale, aneddoti senza nessi logici accatastati in un groviglio di informazioni concrete. Ma se mi chiedi un'opinione, e ci tieni veramente a saperla, preparati ad andare fino in fondo al discorso, accetta il fatto che stai aprendo le possibilità al dialogo, non si sa dove si finisce, e metà della roba vien persa per strada, ma io voglio essere estremamente chiaro nel spiegarti la mia posizione, vorrei che tu facessi lo stesso. Il discorso non ha mai fine. Tutto sta nel continuare a provarci. Qualcosa si trova in ogni caso.
È quasi imbarazzante vivere così, ed averne un'auto-consapevolezza violenta. Star lì a guardarsi mentre provo ad esprimere interesse per le cose più banali, dette a ripetizione, tanto vale parlar per proverbi, una frase per ogni situazione la trovi, o ce la fai stare, in genere la gente non nota la differenza, anzi buona anche a darti corda su di una linea fasulla. Rinasco solo quando si torna a parlar per informazioni, per sentenze precise, e lì per sfogarmi ti sparo una sequenza infinita di nozioni, che il più delle volte trovo io stesso noiose e inconcludenti.
Non riesco a viver tranquillo, vorrei che tutti partissimo dallo stesso livello.
Vivi e lascia vivere per me non vale. Se mi stai vicino ti prendi la responsabilità delle conseguenze, nessuno ti obbliga ad ascoltarmi. Sono solo una persona che vuole essere coerente con se stessa, anche se sono il primo a dire che generalmente le mie linee modali sono delle cazzate madornali.
Vorrei mettere ordine, darmi un contegno, ma la curiosità è tutta verso gli svariati percorsi da seguire per intorbidire tutto quello che mi circonda. Amalgamare il tutto, e perdermici.
Tutto è iniziato quando compresi la differenza tra atto consensuale e abuso di sbarbina.

"....MI COMPRO UN CANE"

Sabato sera! Serata alternativa! Vado per centri sociali!
Nel tragitto però un interrogativo mi assale la mente:
"Perchè si chiamano centri sociali?"...non riesco a concentrarmi...mi fermo...analizzo...

"CENTRO"..ok....
come luogo, posto, spazio, gruppo, ritrovo....
centro di qualcosa che è intorno ma tu sei al centro..
come centro del mondo, al centro devi colpire, al centro devi puntare...
"IO C'ENTRO",
alla Casini e Rutelli,
protetti dalla chiesa cattolica con la benedizione di "LUI" in persona che vede provvede e perdona
che c'entra e poi si tira indietro.....
io c'entro....e tu?......che cazzo.....
ma torniamo al mio centro....

"SOCIALE",
sociale sta per gruppo di persone, tante persone, societa, popolo,
la società è un insieme di persone che accettano di convivere secondo regole e leggi scritte da loro pari.....ma che "si sentono meglio"..( detta alla Frankye )...
..no è una cosa seria.....
Da persone che come vocazione, che scritto nel loro destino c'è di preoccuparsi di se stessi ma prima ancora per gli altri.....
CHE BELLO!!!!
come sono contento che qualcuno pensi per me!!!!!!

ok.. ci sono...non lo so.. ma è li...
"CENTRO SOCIALE":
luogo in cui ritrovarsi seguendo determinate regole.
Bene......allora...perchè non sono tutti centri sociali?
bar, distese, case, discoteche, birrerie, bordelli, agenzie di scommesse, circoli di carta, paninoteche, salotti con fiori, Margherita e Claudia......?.
.e....quelle di quel posto per soli uomini che molto volentieri frequento non appena mi ritrovo due soldi in tasca.....?

Forse però ho analizzato male il termine "SOCIALE"....

Per centro sociale in questo caso si intende:
società sta a x/y, ipotenusa variabile e continua che dopo un procedimento matematico che sposta le variabili e ci piscia sopra si risolve in:
  • luogo aperto a tutti senza distinzioni di abbigliamento, colore, puzza, orecchini, vizi, pettinature, e in più.......si puo fumare all'interno e si puo entrare col "CANE".
dopo BALLA COI LUPI......BALLA COI CANI....

Questi ragazzi che alla sera si vestono, si preparano per uscire, magari sperando di trovare una femmina disponibile,
giacca, felpa, fumo, paglie 20 €, cazzo duro....eeeeee.....eeee......?
CANE PITBULL al guinzaglio....bello muscoloso, dolcemente incazzato........E' BELLISSIMO......
Sono degli esempi da seguire
se fossi io a governare questo paese li riconoscerei come gruppo autonomo a statuto speciale indipendente con esercito a seguito...
Per farne parte basta "comprare" un cane PITBULL...altrimenti sei uno stronzo.Non ti caga nessuno.
E' che bello essere li ad assistere allo spettacolo dei loro cani che si inseguono, giocano, si chiavano, si leccano , abbaiano....e..i padroni..
che diventano i veri cani della serata e assistono allo spettacolo con lo sguardo soddisfatto che parla e dice:

"E' MIO IL CANE, VISTO CHE BELLO, CHE MUSCOLI.....E' MIO......L'HO COMPRATO...."

domenica 8 novembre 2009

la vecchina milionaria

-Quello è il povevaccio del quavto piano – mi sono sentito dire, da due signorone impellicciate amiche sue.
-Che schifo – risponde la sua compare, e io davvero non capisco cosa stia succedendo. I soldi danno alla testa, anche alle persone più semplici. La signora Marina non mi degna più di uno sguardo, non mi propone nemmeno più la sua ribollita. Almeno mi invitasse ad un suo festino, mi sento così solo, ultimamente.
La signora Marina, 80 anni suonati ma portati decentemente, ha vinto 54 milioni di euro al Superenalotto. La signora Marina abita nell'appartamento sotto il mio. È sempre stata molto solitaria, non ho mai visto in giro qualcuno che si possa definire suo conoscente, mai nessuno, un parente, un nipote, nessuno.
La sua vita è cambiata, ora. L'ho incontrata ieri mattina facendo le scale, mi sembrava diversa, più in forma, più solare. Al posto del solito maglione beige troppo largo e sformato e delle sue brache di flanella, portava un abito Missoni sgargiante. Mi ha salutato altezzosa e piena di sé; uscito dal portone del condominio, la sua nuove Porsche 996 nera opaca faceva bella mostra di sè, per l'invidia dei vicini. La signora Marina, posso dirlo con sicurezza, ha svoltato: nonostante i suoi 80 anni la sua casa è ora frequentata da tipi loschi e giovani fotomodelli, la notte fa un chiasso infernale e la musica è altissima, secondo me organizza quei festini particolari che solo nell'alta società. Probabilmente gira anche un sacco di cocaina, nei festini della signora Marina. Se prima saliva dal suo appartamento odore intenso di minestra di verdure, adesso sale musica giovane e a tutto volume. Potrebbe davvero chiamarmi, questa vecchia troia, mi sento davvero così solo, ultimamente.

sabato 7 novembre 2009

emergency nuoce gravemente alla salute

Stamattina, ore 7, mi suonano alla porta. Mi sveglio bestemmiando, vado a vedere chi è. Saranno i soliti Testimoni di Geova, mio dico, ma poi penso che quelli passano sempre la domenica, mai il sabato. Mi sbagliavo, infatti, erano due adepti di Emergency. Hanno fatto irruzione in casa mia, hanno attaccato le loro maledette spillette ovunque (divani, tende, la mia collezione di camicie), hanno provato a vendere una maglietta a mio padre, ad amputare una gamba a mio fratello giustificandosi col fatto che, secondo loro, è stato colpito da una cluster bomb, cercano di intubarmi. Riusciamo a resistere, alla fine acquistiamo la tessera 2010 e facciamo una donazione per la missione in Afghanistan. Ultima cosa: sedendomi sul divano, una spilletta mi ha punto il culo.

venerdì 6 novembre 2009

io sono....

Sono senza dubbio il più grande intonacatore di trulli che sia mai venuto alla luce a Gotham City dalla battaglia di Poitiers. Chi lo nega è un parassita senza dignità al soldo dei centri sociali.

Sono incomparabilmente il più grande simulatore di orgasmi che abbia mai operato nell'ambiente universitario dall'inizio dell'era industriale. Chi lo nega è un disfattista senza timor di Dio al soldo dei tupamaros.

Sono incomparabilmente il più grande baritono che abbia mai bazzicato in un ring di wrestling dal Concilio Vaticano II. Chi lo nega è un catastrofista senza credibilità al soldo dei narcotrafficanti.

Sono ovviamente il più grande levigatore di saponette che ci sia mai stato nel regno di Mordor dalla scoperta del coitus interruptus. Chi lo nega è un delinquente senza coglioni al soldo dei radical chic.

Sono a detta di tutti il più grande veterinario ginecologo che abbia mai operato nel circuito della Formula Uno dall'inizio dell'età del ferro. Chi lo nega è un dietrologo senza amor proprio al soldo delle lobby gay.

Sono palesemente il più grande contorsionista che si sia mai conosciuto nella Via Lattea dalla strage degli innocenti. Chi lo nega è un agitatore senza dignità al soldo dei no global.

Sono incomparabilmente il più grande stupratore di cani che sia mai venuto alla luce nella Terra degli Elfi dall'avvento dei frigoriferi. Chi lo nega è un vigliacco senza coglioni al soldo dei sandinisti.

Sono certamente il più grande fumatore di toscanello che si sia mai visto su internet dallo scudetto della Sampdoria. Chi lo nega è un parassita senza inibizioni al soldo dei trotzkisti.

decisioni irrevocabili/3

Si mette ad urlare per la calca forsennata e scalciante di candidati. Accorrono due inservienti con tanto di tesserino di riconoscimento e divisa con logo del parco; sistemano i sediziosi a bastonate. È incredibile, penso, di quali nefandezze si può rendere capace un uomo se è munito di un tesserino di riconoscimento.
-Come potete vedere, ce n'è per tutti i gusti. Pensate che abbiamo una sezione particolare dedicata agli ingegneri. Richiedono i miei servizi a centinaia. Gradite un cappio particolare? Di qualche colore particolare? Corda? Nylon? Un cappio griffato?
Ci scambiamo un'occhiata d'intesa. Gli comunichiamo che prima vorremmo fare un giro, per valutare meglio, insomma, per far coincidere le nostre esigenze e le possibilità economiche. Una curiosità: qual'è l'esatta correlazione fra il materiale e la velocità della soluzione?
-La juta è, diciamo, più avvolgente, confortevole, sensuale. La materia plastica è per chi ama le sensazioni forti, subitanee. Come dicevo, è tutta una questione di gusti.
-Avete riflettuto bene su quello che state facendo? Pensateci bene, cari clienti, se ritornate con due amici, una soluzione è gratuita – diffonde la voce robotica da un altoparlante, ed è un' offertona, ma solo per questo mese.
-Siamo solo noi due, e vorremmo combinare qualcosa di rapido..
-Ho quello che fa al caso vostro.
Si ferma davanti ad una postazione contrassegnata con il numero sette, dove un giovane ragazzo biondo aspetta il suo turno, sorridendo da ebete, accavallando la pelle del volto segnata da una rosacea eruzione cutanea. Ci saluta con un romanticissimo “arrivederci” e la sua voce suona come una cascata di Millepiedi Neri; sembra molto entusiasta di quello che si accinge a fare.
Intanto ho adocchiato una forca griffata Louis Vuitton che ha veramente una classe inconfondibile, uno charme che non riesco a ritrovare nelle banali forche che mi circondano. Sopra l'asse portante svettano le lettere LV come un monito, una aspirazione, un' intera scelta di vita. Attira il mio sguardo come una calamita. Chissà a quanto me la fa.
-Quella mi sembra un po' esagerata per voi – si è accorto cosa stavo puntando – ma mai dire mai, la vita è fatta per togliersi qualche sfizio.
-La voglio, voglio quella – dico deciso.

giovedì 5 novembre 2009

psicocaffè

Fluoxetina cloridrato, comunemente detto fluoxetina, è un farmaco antidepressivo usato per curare la depressione, disturbi ossessivi-compulsivi e bulimia nervosa. La Fluoxetina è un farmaco che ha avuto una grande diffusione, specialmente negli Stati Uniti dove si sono registrati anche numerosi casi d'abuso.
La Fluoxetina viene venduta sotto il nome di Prozac (produttore Eli Lilly), Symbyax (composto con la olanzapina), Sarafem, FLUX (Pakistan), Fontex (Svezia), Foxetin (Argentina), Ladose (Grecia), Fluctin (Austria, Germania), Fluctine (Svizzera), Prodep (India),
Fludac* (India)" Oxetin" (Bosnia Herzegovina) e Lovan (Australia). In Italia è disponibile anche il farmaco generico Fluoxetina cps 20 mg.
(per chi si sentisse un pò giù di corda, ho accesso al ricettario medico di mia madre. piazzo il prozac a 50 euro per confezione. garantisco io, good stuff)

a-social network

non me ne frega un cazzo delle foto delle tue vacanze
non me ne frega un cazzo se sei single
non me ne frega un cazzo se sei impegnato, e con chi
non me ne frega un cazzo delle foto della tua famiglia
non me ne frega un cazzo delle tue foto da bambino
non me ne frega un cazzo del tuo impegno politico
non me ne frega un cazzo di cosa fai sabato sera
non me ne frega un cazzo di cosa stai pensando adesso
non me ne frega un cazzo dei tuoi programmi TV preferiti
non me ne frega un cazzo del tuo lavoro
non me ne frega un cazzo dei tuoi amici
non me ne frega un cazzo delle tue amiche
non me ne frega un cazzo se adesso hai la febbre
non me ne frega un cazzo dei tuoi video preferiti di youtube
non me ne frega un cazzo di quanti amici hai
non me ne frega un cazzo dei tuoi libri preferiti, leggerai libri del cazzo


potrei continuare all'infinito.
ora posso solo dirti che, chiunque tu sia, non me ne frega un cazzo di te.
basta con questa cyber-intromissione nei cazzi degli altri.
chiunque tu sia, fatti i cazzi tuoi.

mercoledì 4 novembre 2009

p.o.s. - drumroll

spensierati e felici

Schiaccio il pulsante a ripetizione
come un ritmo preparato da un batterista
Non c'è niente da capire, niente da pensare
solo schiacciare un pulsante con su scritto START
sperare che le combinazioni si mostrino e parta la sirena della grande vincita

2 ciliegie, 2 meloni, 1 BAR, 1 cocomero......niente..

Oggi sono stato con mia figlia
era il mio giorno di comune accordo con Marta

3 ciliegie, 100 punti...schiaccio START

Dov'ero arrivato....?
quando ho iniziato?
quando ho vinto l'ultima volta?
Sono sotto?...di quanto..?
non lo so...non lo voglio sapere....

2 limoni,1 cocomero, un jolly...100 punti....

Schiaccio ancora,cambio moneta...
50 cent...riprendo da dove ho lasciato..

Il lavoro in fonderia è una merda
mi rompo il culo, mi fa male alla salute,
mia figlia, l'affitto, le spese.....vaffanculo....
non paga un cazzo stasera....

Giro BONUS,le combinazioni valgono il doppio
schiaccio, schiaccio non capisco quando vinco e quando no...troppo veloce
tengo la mente impegnata.....E' presto per andare...

A casa solo
ancora solo
Sport, satellite, piatti da lavare
odore di chiuso e di sudore

L'ho portata al parco oggi
non sapevo che fare, cosa dirle
L'ho riportata dalla madre
ci vedremo la prossima settimana le porterà un regalo

3 cocomeri, 200 punti....scarico...basta

Che ci faccio qui?
da dieci anni
che mi aspettavo di trovare......?

Mi siedo stessa storia
volti di animali
lupo, coniglio, gallina, cane....JOLLY
non ci faccio più caso

Dov'ero rimasto..?

Non ricordo piu.........


(grazie a lino per la partecipazione e il sostegno)

martedì 3 novembre 2009

uochi toki - l'estetica

"ius soli" e "ius sanguinis"

In controtendenza rispetto al forte allarme sociale causato dall'incremento esponenzale e non controllato dell'immigrazione, ambienti interni al PdL si stanno facendo promotori dell' introduzione, nel nostro sistema legislativo, dello "ius soli".
Questa concezione giuridica consentirebbe, automaticamente, a chiunque nasca su territorio italiano di acquisire la cittadinanza e ai suoi genitori l'immediata residenza, e poco dopo, la cittadinanza.
L' Italia, fino ad oggi, ha seguito un diverso orientamento: lo Ius Sanguinis. Solamente nascendo da genitori italiani si è cittadini; secondo un' idea della cittadinanza, basata su sangue, cultura e Fede. La cittadinanza vuole una continuità tra i nostri padri noi e i nostri figli che trova conferma in costumi, in una fede religiosa ed in una tipologia fisica comuni.
Lo ius soli è figlio di una visione cosmopolita, adatta a nazioni senza storia nè cultura che necessitano popolare vasti territori con genti di tutte le razze e di tutte le fedi. Esempio tipico: gli USA.
La Gran Bretagna, già istituendo il Commonwealth, fece l' enorme errore di concedere la cittadinanza a popolazioni di tutti gli angoli della terra e, addirittura, fino al 1983, la concedeva a tutti coloro che nascevano sul suo territorio. Accortasi del disastro, reintrodusse lo ius sanguinis. Troppo tardi.
In pochi decenni Gran Bretagna e Francia sono arrivate a ospitare, a causa dello ius soli, 7/8 milioni di nuovi cittadini. La pace sociale ne è risultata minata. Le gravi e ricorrenti rivolte nelle banlieu francesi e nelle inner cities britanniche dimostrano inequivocabilmente l'ostilità di questi "nuovi cittadini" verso gli Stati che li hanno, incautamentte, adottati.

copie di copie di copie

Quando vidi il sole scendere, oltre la Città, dietro i grattacieli, capii che non sarebbe più sorto. Sentii l'odore della tenebra, intenso, freddo e scuro, arrivare strisciando e sbucare dagli angoli.
Lei mi chiese se stavo bene, cosa mi stava succedendo: come potevo raccontargli dei mille soli che avevo già visto, di tutte le volte che avevo visto calare le tenebre sapendo che la luce sarebbe riapparsa solo dopo lunghi anni e che nessuno, nemmeno Samrov, era in grado di impedire tutto ciò. Nemmeno Samrov il luminare, il padrone, il vero sindaco della Città. Chi sarebbe scomparso, questa volta, chi avrebbe sacrificato la propria vita affinché la scienza, e il suo carro di vincitori, potesse donare la semplice sopravvivenza agli abitanti della grottesca città-fungo? Queste erano le domande che mi distraevano da una normalissima passeggiata domenicale, e continuavo a ripetermi che avrei dovuto prevederlo, avrei dovuto saperlo, e che forse proprio Lei sarebbe stata strappata dalle mie braccia, se non l'avessi difesa. Le dico allora che è un banale mal di testa, non sembra crederci, ma continua a giocare con il cane spensierata, quasi felice. Mi appoggio al cartello “vietata la riproduzione agli Zatlah”, mi tolgo gli occhiali da sole, mi massaggio le tempie. Sorrido perché Lei è bellissima e nulla le accadrà, costi quel che costi.


-L'ho visto, per Dio, l'ho visto, non mi posso sbagliare.
-Era lui? Sei proprio sicura?
-Ti dico di sì, era lui – e qui la voce le si ruppe, e mi fu palese l'angoscia di chi ha visto qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere, ma che esiste, e non si può ignorare.
-Com'era? Identico?
-Era lui, era lui, usciva da una farmacia. Mi ha visto, ne sono sicura, non credo abbia fatto finta di niente, non mi conosce, non sa chi sono. Era torvo e guardingo, sembrava spaventato a morte. Indossava un'uniforme rosso sgargiante, simile a quella dei dipendenti dei fast-food.. Rossa con qualche striscia gialla, per l'esattezza.
Quella notte aveva fatto un sogno stranissimo. Si era ritrovato catapultato nella cucina di un fast-food, nell'ambiente in cui era una decina di persone cucinavano, occhi spenti e movimenti meccanici, poi aveva sbirciato nell'ambiente a fianco dove, in lunghe tavolate, altri lavoratori mangiavano in silenzio. Anzi, mangiavano ascoltando musica classica a bassissimo volume. Erano costretti, in qualche modo, ad ascoltare quella musica senza parlare fra di loro; il rumore delle mascelle che masticano il cibo l'avrebbe già resa impossibile da seguire. Aveva poi imboccato una porticina bianca e si era ritrovato in un'anticamera alta e strettissima, su cui si affacciavano altre porte; da una di esse era uscita una signora, la stessa divisa rossa da fast-food, e lui:
-Mi sono perso.
E lei, sorridente, gli aveva risposto qualcosa di incomprensibile. Sembrava simpatica. Era tornata dentro, chiudendosi la porta alle spalle, e lui aveva sentito, nettissime, queste parole:
-Dice di essersi perso – ed era sicuro che fosse stata la stessa persona, a pronunciarle.
Si era ritrovato, infine, in un bagno. La porta da cui era uscito era sulla parete sinistra. Quando capì dove fosse era già chiusa. Uscì e davanti a lui si trovò un corridoio illuminato, quello di un centro commerciale. Poi il sogno finì e lui si chiese per quale motivo se lo ricordasse così vividamente, contrariamente a quello che gli succedeva di solito.
-E' lui – dissi, cercando di non spaventarla più di quanto già non lo fosse – lo ha già messo in circolazione. Mi volsi pensieroso verso la finestra. L'autunno era appena arrivato e già l'inverno lo incalzava.
-Come fai ad esserne così sicuro? Potrei sbagliarmi e..
-Il sogno. Ho imparato a fidarmi più dei miei sogni che dei telegiornali.
-Cosa vuoi fare a questo punto? - la ragazza cercava di non far trapelare il timore che la tormentava. Era sconvolta. Era uscita per qualche piccolo acquisto, quella mattina di buon'ora, com'era solita, e se lo era trovato davanti. Subito aveva pensato ad una sorpresa, si era ricreduta quando, chiamandolo a gran voce, chiamandolo con il suo nome più volte, lui non si era voltato: solo ora capiva che non si era voltato perché non era lui, e quello non era il suo nome.

(continua...)

Progressista VS. Conservatore: Casa dei morti e Diario di uno scrittore

Romanzo in parte autobiografico e in parte ispirato a situzioni che l'autore ebbe modo di osservare in prima persona, Memorie dalla casa dei morti venne scritto da Fedor Mikhailovic Dostoevskij al termine della pena da lui scontata in Siberia, dopo il 1859, e pubblicato fra il 1861 e il 1862. E' interessante il fatto che nelle Memorie, e soltanto in esse, Dostoevskij non interviene nella costruzione delle storie. Il libro è l’insieme di un embrione di racconti che restano senza seguito (solo il parricida alla fine del romanzo verrà scoperto innocente) e di fronte ai quali Dostoevskij si pone come uno del popolo, come uno, cioè, che ascolta e non giudica, che non cerca di capire il perché, e ha pietà di loro. L’arte dostoevskiana della casa di morti è proprio in questo, nel porsi in funzione di ascolto, di testimone, e mai di scrittore. Nelle Memorie dalla casa dei morti fanno quindi capolino i grandi valori della tolleranza religiosa, della libertà dalle prigionie materiali e morali, della indulgenza verso i malfattori, cioè verso coloro che, pur essendosi macchiati di crimini contro la legge, sono in definitiva solamente persone più sfortunate e più infelici, e quindi più amate da Dio, che vuole la salvezza del peccatore e non la sua condanna.
Vent'anni più tardi (la prima edizione è del 1876) uscirà il Diario di uno scrittore, raccolta di articoli pubblicati per la rivista il Cittadino, che vertono su temi di cultura e attualità di vario genere. Ai fini della riflessione, cito testualmente: "I giovani delle nostre classi intellettuali sono educati nelle loro famiglie, in cui… la vera cultura è sostituita da un'impudente negazione che riecheggia motivi altrui; dove gli impulsi materiali predominano su ogni idea elevata; dove i figli vengono educati senza basi all'infuori della verità naturale… ecco dov'è il principio del male: nella trasmissione delle idee..", per non parlare poi degli aspri giudizi sul lassismo giudiziario e sul cristianesimo gesuitico (cioè ipocrita) dei cattolici.
Dobbiamo forse accusarlo di un voltafaccia? No, la sua epoca, come la nostra, è satura di transizione e disgregazione, e ogni stato transitorio e disgregatorio della società genera pigrizia e apatia, perché soltanto pochissimi, in tali epoche, possono (o almeno provano a) vedere chiaramente davanti a sé e non perdere la strada. La maggioranza si confonde, perde il filo, scrive Dostoevskij. Cambiare continuamente opinione, essere in contrasto con se stessi sembra l'unica via percorribile per non ritrovarsi ad essere iscritti ad un corso di pilates o, peggio ancora, a frequentare un circolo della Sinistra Giovanile, o un Centro Sociale.

lunedì 2 novembre 2009

Someone call it stalking. I call it love.

Sono andato a troie, ho volontariamente preso l'AIDS, ho violentato il suo nuovo ragazzo e ora i due piccioncini sono sieropositivi.

Someone call it stalking. I call it love.
(campagna per la depenalizzazione del reato di stalking realizzata in collaborazione con me stesso)

educazione alla diversità


Manifesto di educazione interculturale che ho realizzato oggi visto che non avevo nulla da fare. Chiaro il concetto?