
lunedì 30 novembre 2009
Castor

domenica 29 novembre 2009
il Giocatore torna da Londra
(ancora grazie per la collaborazione e il sostegno a Cava a.k.a. il Giocatore)
sabato 28 novembre 2009
venerdì 27 novembre 2009
armi glam

L’AK-47 di Hello Kitty è un kalashnikov, un fucile d’assalto estremamente popolare, rivestito di placche in titanio rosa e decorato con il familiare faccione della gattina Sanrio. Esistono soltanto 500 pezzi del fucile, prodotto in edizione limitata e venduto completo di tracolla realizzata all’uncinetto e, con la piccola aggiunta di 100 $ , disponibile con la firma dell’autore impressa a fuoco sull’handguard. Questa “elegante” arma da fuoco costa 1072,95 $ (748 €) e non è l’unico “gioiellino” in vendita su GlamGuns.

Historia testis temporum est
Richard Nelson Williamson (Londra, 8 marzo 1940) è un vescovo britannico divenuto famoso nel 2009 per lo scandalo internazionale suscitato dalle sue posizioni antisemite e revisioniste dell'Olocausto.
Membro della Fraternità Sacerdotale San Pio X, fu scomunicato nel 1988 da papa Giovanni Paolo II perché consacrato senza mandato pontificio dall'arcivescovo Marcel Lefebvre, iniziativa che la Santa Sede considerò al pari di un atto scismatico. Ha ottenuto la remissione della scomunica da papa Benedetto XVI il 21 gennaio 2009 ma rimane sospeso a divinis sine die.
strani mestieri


Dal 1 maggio 2004 è uno stato membro dell'Unione europea.
Il 29 marzo 2004 la Lituania è entrata a far parte della NATO.
giovedì 26 novembre 2009
l'insubordinazione #3
I condomini naturalmente non erano al corrente di quel machiavellico tiro al bersaglio, altrimenti, si capisce, avrebbero reclamato non pensando a buttar giù bocconi. Anche se avesse chiesto loro aiuto, il fucile glielo avrebbe impedito, magari puntando contro di essi, e mietendo altre vittime innocenti. Ma forse ne erano tacitamente consapevoli, di quel gesto folle intendo, e non facevano e non avrebbero fatto nulla per impedirlo, d’altronde quella era via della Sciagura, e il nome la diceva lunga. A prescindere da ciò, il nostro protagonista, cercando di allogare una spiegazione logica al suo comportamento, rammentò di essersi destato di soprassalto nel cuore della notte il giorno prima nella sua residenza, (ancora ancorato alla sua vita) con il battito cardiaco accelerato, la fronte imperlata di sudore .
La moglie al suo fianco, infastidita dai continui movimenti nel letto e dai lamenti indefiniti ,aveva come naturale manifestato premura nei suoi riguardi, vedendolo così ansimante : «Tutto bene caro, mi sembri agitato, devi essere passato attraverso un incubo»….
«Già ,credo proprio di sì», aveva dichiarato lui senza aggiungere altro, con un filo di voce e una specie di rantolo morto in gola. «Ad ogni modo non è niente, non si tratta d’infarto ,torna pure a dormire » …….Un momento dopo, nel buio impenetrabile della casa, senza accendere la luce per non turbare ulteriormente il sonno della donna che era saporitamente ripreso, Antonio aveva sceso la rampa di scale a chiocciola della residenza a due piani, e giunto nel ripostiglio aveva scovato il fucile, (che da tempo deteneva regolarmente avendo il porto d’armi)… Era li acquattato viscidamente come un serpente, come una bestia feroce pronta a digrignare i denti, se necessario; la canna lucente avvolta in un drappo bianco, (quasi il corpo nudo di una donna segretamente custodito sotto il lenzuolo) «Avanti, che aspetti, prendimi, » pareva suggerirgli….... «Eccomi, sono qua, pronto a eseguire i tuoi ordini»…Egli pareva un’automa in quella situazione, il fucile come una calamita, lo attraeva a se indissolubilmente, e lui non poteva far altro che seguirne le direttive, come in uno stato di assoggettamento, perciò in balia di quel nerbo oscuro. Antonio ricordava ancora perfettamente lo stato febbrile in cui era precipitato nel mentre che i suoi polpastrelli avevano toccato la corazza lucida dell’arma, solo allora aveva compreso quale sarebbe stata la sua missione. Da sempre gli uomini avevano avuto la meglio sulle armi, ma in questo caso, per uno sconcertante meccanismo invertito, accadeva il contrario, ovvero l’arma esprimeva il suo comando, capovolgendo tutto, e prendendo il sopravvento .So che è difficile poterlo credere, ma Antonio non avrebbe mai arrecato del male a nessuno, in vita sua non aveva storto un capello a chichessia, eppure, in quella situazione, per “cause di forza maggiore” si ritrovava ad essere trasmutato contro la sua volontà, in quella spietata macchina di morte. In ogni caso ora, essendo più lucido, si ripromise che, obbedendo alle leggi della propria morale, avrebbe cercato disperatamente dentro di se l’insubordinazione, fedele al principio che non bisognava arrecar danno a nessuno, provocando alcuni espedienti per sottrarsi alla condizione che lo vedeva come una marionetta, i cui fili erano manovrati da una forza superiore e indecifrabile ……… Il firmamento quella mattina, era terso ,sgombro di nuvole: la giornata ideale per menar colpi e sforacchiare la gente. Al centro del mirino in quel preciso istante, un signore dalla veneranda età avanzava pacchiano, piegato in due sul suo bacchio verso il cordolo del marciapiede, in prossimità del quale c’era la panchina di un colore verde pistacchio. La barba candida poi, veniva giù deliberatamente come neve.
(ancora grazie a lucazan)
brave persone

Dal 1982 tiene a battesimo le televendite di Telemarket fondata da Giorgio Corbelli.
Presenta le dirette in Tv dedicate alla pittura, sia contemporanea che antica, oltre che di antiquariato e tappeti.
È nipote e figlio d’arte: il nonno materno e il padre si sono occupati, praticamente per tutta la vita, di antiquariato tra Parigi e Roma. Fino ad oggi ha pubblicato trenta monografie d’artista e presentato circa 2.000 aste. La notorietà di Boni è cresciuta anche grazie a Corrado Guzzanti che nella trasmissione L'ottavo nano, andata in onda sulla Rai, ha proposto una simpatica parodia delle sue televendite.
Durante gli anni sessanta, alla passione per la Scuola Romana e per l’arte contemporanea si aggiunge, grazie alle frequentazioni di storici dell’arte del calibro di Longhi e Briganti, quella per il Seicento italiano. Da questi spunti culturali prende corpo un’idea: aprire una Galleria e una Casa d’Asta a Palazzo Bernini a Roma. L’operazione ha successo e viene replicata in altri palazzi antichi romani e italiani. Sempre negli anni sessanta apre a Palermo una galleria dove espone le opere dei maestri italiani più importanti.
Negli anni ottanta a Fiuggi incontra Giorgio Corbelli, presidente e titolare del canale televisivo Telemarket, che gli propone di seguire la sua galleria di Cortina: Franco Boni accetta imponendo l’inserimento dell’arte contemporanea. L’obbiettivo è di interessare all’arte contemporanea un pubblico vasto ed eterogeneo, in termini di fascia di età, estrazione sociale e livello culturale. In tal modo i più grandi maestri internazionali (Picasso, Campigli, Fontana, Burri, Dubuffet, Boetti, De Chirico, Morandi, ecc.) vengono apprezzati e acquistati.
Questo progetto raggiunge un tale successo che poco dopo è trasferito sulle frequenze di Telemarket. Nel 1997 crea una televisione cultural-commerciale a Palermo sostenendo un palinsesto legato all’interdisciplinarità artistica. Nel 2001 rientra a Telemarket, dove lavora ancora oggi, occupandosi di televendite in diretta di dipinti antichi e arte contemporanea. Sovente fa trasmissioni in diretta con l'autore dei quadri , il quale illustra le proprie opere: come sono nate, da quale ispirazione e cosa rappresentano per lui. È inoltre Presidente dell’archivio storico dell’associazione culturale ArtTime.org.
Dal 28 settembre 2008 scomparve misteriosamente dal teleschermo dell'emittente bresciana, per farvi poi trionfalmente ritorno il 20 febbraio 2009 in compagnia di Vittorio Sgarbi per la conduzione della trasmissione dedicata alla pittura antica.
mercoledì 25 novembre 2009
Alexanderplatz
Centinaia, migliaia, milioni, miliardi di persone che interagiscono. Quasi si può vedere la rete delle loro comunicazioni, intrecciata, salda. Sta dunque in questo la modernità? Nel poter liberamente interagire?
il complimento è la veste elegante dell'invidia
La cornice degli invidiosi è degna di un girone dell’inferno. Le pene che le anime subiscono sono dure e crudeli, ma in queste anime, come in tutte le altre che sono al Purgatorio, regna sovrana la speranza, poichè un giorno queste pene finiranno e le anime andranno in Paradiso. L’invidia è uno dei sette peccati capitali, è consiste nella tristezza per il bene altrui. La persona si affligge, mentre dovrebbe godere del bene del suo prossimo
Virgilio invita Dante a sforzarsi con lo sguardo, perché appoggiata alla parete della roccia vi sono un gran numero di anime. Dante acuisce la vista, e vede molte anime che con un manto simile al colore della roccia, stanno sedute per terra. Il livore di queste anime mentre vissero, si è come tramutato in un manto livido, che simboleggia il peccato.
43Ma ficca li occhi per l’aere ben fiso,
e vedrai gente innanzi a noi sedersi,
e ciascun è lungo la grotta assiso”.
46Allora più che prima li occhi apersi;
guarda’mi innanzi, e vidi ombre con manti
al color de la pietra non diversi.
Dante avanza verso queste anime tristi, ed ode una litania. Gli invidiosi recitano una preghiera d’intercessione: le litanie dei Santi, di antichissimo uso. In questa litania vi è l’inserzione dei nomi dei santi venerati dalla chiesa. In questo caso viene ricordata l’invocazione alla Vergine Maria, all’arcangelo S. Michele, all’apostolo S. Pietro.
49E poi che fummo un poco più avanti,
udia gridar: “Maria, òra per noi”:
gridar “Michele” e “Pietro”, e “Tutti i santi”.
La vista di quelle povere anime commuove Dante che si muove a compassione verso di loro, al punto che giunto un po’ più vicino e viste le loro sofferenze, dalla commozione e dalla pena gli sgorgano le lacrime.
52Non credo che per terra vada ancoi
Omo si duro, che non fosse punto
Per compassion di quel ch’ì vidi poi;
55Chè, quando fui sì presso di lor giunto,
che li atti loro a me venivan certi,
per li occhi fui di grave dolor munto.
Quelle povere anime sono ricoperte da un panno aspro e rozzo (simbolo di umiltà e penitenza) e si sorreggono uno con l’altro, e tutti vengono sorretti dalla roccia.
Essi sono come i ciechi che sono in miseria e che si mettono avanti alle chiese nei giorni di maggiore afflusso dei fedeli. Ciascuno appoggia la propria testa su quella del compagno vicino, chiedendo la carità con le parole, e la compassione per lo spettacolo di tanta sventura. Il lamento è accresciuto dall’implorazione di pietà; i ciechi non possono guadagnarsi, se non con estrema difficoltà, un pane.
Perché la pietà nelle persone si forma non solo per le parole ma anche per l’aspetto,che non meno delle parole, invoca e quasi pretende una pietà pronta e sollecita. Nella stessa maniera come ai ciechi i raggi del sole non portano nessun giovamento, così a queste anime, gli occhi, che in vita trassero un’amara e torbida gioia dalla vista dei mali altrui, ora sono ciechi. L’ invidia è di per sé una forma di visione corrotta e talvolta quasi una cecità.
58Di vil ciliccio mi parean coperti,
e l’un sofferia l’altro con la spalla,
e tutti da la ripa eran sofferti.
E’ terribile la punizione che spetta a questi dannati. Siccome essi nella vita sono stati invidiosi delle fortune altrui, ed hanno guardato con occhio malevolo le cose buone degli altri, per la legge del contrappasso essi adesso non possono vedere, ed infatti hanno un’accigliatura alle palpebre. Era questa una tecnica che si utilizzava per addomesticare e rendere pronto alla caccia uno sparviero adulto. I falconieri, procedevano all’accigliatura ossia cucivano le palpebre allo sparviero, finchè reso docile, gli restituivano la vista.
(chi ha orecchie per intendere, intenda, volendo)
martedì 24 novembre 2009
Jack "the dripper" Pollock

lunedì 23 novembre 2009
emo Vs RepubblicaTV: la lunga sfida dei cervelli
Il giornalismo d'inchiesta di RepubblicaTV fa scuola. Ecco dunque un video choc che cambierà la percezione della vostra realtà.
(li pagano per fare queste interviste? speriamo, sono così radical-chic..)
darò fuoco alle terre serbe


l'insubordinazione #2
Antonio se n’era reso conto appena varcata la soglia, si capiva in effetti che egli era manovrato da qualcuno che lo aveva preso in ostaggio, come in un rapimento….. Lui di certo non avrebbe avuto simili propensioni! : un puzzo malsano, di chiuso e malaticcio aleggiava tra le mura, che oltretutto erano scrostate per l’umidità; un’area spoglia di mobilio, in una palazzina che ospitava all’incirca una cinquantina di residenti (quasi tutti extracomunitari clandestini, perlopiù trafficanti di droga e prostitute) nella via più malfamata della città, elementi questi che certo non si confacevano per nulla alla sua personalità d’avvocato tutto d’un pezzo, che si era fatto una certa clientela da molto tempo e una stima di personaggio importante, di uomo che conta.
Il fatto è che tale luogo era privo di memoria. Quella stanza in effetti, era asettica, vacua, totalmente esente dai ricordi d’Antonio, dai quarantotto anni di vita o giù di lì che si portava appresso, non aveva niente da spartire con la sua esistenza il buco sudicio; piuttosto le pareti sembravano presagire e trasudare una lugubre atmosfera di morte…Probabilmente, in passato all’interno dell’appartamento era stato consumato un omicidio in piena regola, o forse era stato trovato riverso sul pavimento, il cadavere di un uomo deceduto per una dose di droga tagliata male……. «Che ci faccio io qui, ubicato in un luogo così fatiscente?»
Ma Antonio non sapeva darsi una risposta. Ora le presenze oscure, ristagnanti dalla sporcizia e dal putridume che regnava nel locale stavano per affiorare, a fomentare in lui l’istinto di morte, e lo avrebbero spinto inesorabilmente ancora più in fondo nell’oblio, in un viaggio di sola andata, ove era la perdita dell’uomo. Insomma il marcio che c’era stato, e di cui le stanze della palazzina erano impregnate, di lì a poco si sarebbe sprigionato in tutta la sua irruenza. Infatti, pochi istanti dopo,a conferma di questo suo presentimento, l’avvocato scorse alcuni grossi topi affiorare improvvisamente da sotto il mobile, e per giunta gli venivano incontro come trottole impazzite. «Andate via, bestiacce schifose» inveì contro di loro Antonio, e sferrò prontamente un calcio al corpo fetido di uno che andò a spappolarsi contro il muro con un rumore viscido e un tonfo sordo, mentre le interiora scivolavano lungo l’intonaco. I roditori lo circuivano e lo esortavano a compiere il suo dovere, per ordine del loro Superiore …..Si sentiva soprassedere da questi animali, era come se inavvertitamente qualcuno si fosse messo prepotentemente alla guida della sua automobile, e lui ora rassegnato a prendere il posto del passeggero….. Antonio era in balia di tutta quella tremenda macchinazione, ordita contro di lui. Un altro ratto dalle proporzioni smisurate, la coda rosa in netto contrasto con il folto pelo nero, occhi raggelanti, si avventò sulla caviglia d’ Antonio e morse avidamente la carne. Un fiotto di sangue improvviso zampillò sul pavimento, l’avvocato cacciò fuori un urlo brutale, e si chinò, piegato in due dal dolore…«Va bene, maledizione eseguirò gli ordini, non vi preoccupate, farò quanto mi è stato comandato»…
I ratti squittivano cupidamente emettendo suoni spaventosi cha facevano vibrare le budella e accapponare la pelle. Parevano soddisfatti del risultato ottenuto, uno di loro ,probabilmente il leader del gruppo, all’incirca un metro di altezza, s’inerpicò magistralmente sul muro in cima al davanzale, accanto al fucile puntato sulla strada. Con un altro imprevedibile balzo salì in groppa alla spalle d’Antonio ,poi arrotolò il codone che era come la prolunga di una spina, attorno al collo dell’avvocato ….«Bastardo, sto soffocando, che qualcuno mi aiuti!, esclamò il poveretto, ormai al limite delle forze. A quel punto, un po’ alla cieca, visto che la vista se ne stava progressivamente andando e una nebbia improvvisa gli copriva il mondo, esercitò una discreta pressione sul grilletto, quanto bastava far partire il proiettile, come un missile diretto laggiù sulla strada trafficata .
La detonazione riempì il mondo, la pallottola andò a conficcarsi proprio sul pneumatico di un camion, il quale perse il controllo della strada andando a schiantarsi contro una panchina dove era seduta una giovane madre, più o meno sui vent’anni, con la sua dolce figlioletta dai capelli biondi come Riccioli D’oro, la ragazzina del film. Poi il mezzo si rovesciò su se stesso e andò a terminare la sua corsa contro un albero incendiandosi completamente Quindi le fiamme divamparono selvaggiamente divorando tutto quanto era intorno Anche altre vetture vennero coinvolte nel sinistro e nelle lingue di fuoco ,con una sorta di tamponamento a catena, in quello che pareva il principio dell’inferno. Ora dalla strada giungeva il suono impazzito di un clacson, altri subito dopo a seguirlo. Il caos era ovunque, le grida della gente giungevano dalla strada e testimoniavano la disperazione più totale. A quel punto il grosso ratto mollò la presa dal collo d Antonio e soddisfatto se ne fuggì via seguito dal resto della ciurma .L’avvocato rincominciò a respirare a pieni polmoni, l’aria è vero, usciva un pò a fatica, tuttavia il meccanismo si stava ripristinando, nel frattempo la vista lentamente affiorava. Cadde a terra, evidentemente sotto shock, e subito scoppiò in un pianto dirotto, i singhiozzi erano irruenti e gli provocavano violente contrazioni allo stomaco.
Terminata la crisi egli era di nuovo all’opera, appostato sul davanzale, brandendo l’arma tra le mani per continuare la sua missione. Dalle varie stanze in quel momento precipitavano afone le voci impersonali degli altri inquilini, a volte un brusio sommesso e indecifrabile nella stanza accanto, oppure qualche schiamazzo di ragazzetto adolescente nel pianerottolo, una madre che esortava il suo figliuolo da un finestra più sotto a tornare a casa.
(grazie ancora a lucazan)
domenica 22 novembre 2009
X l'Innominabile
Non fosse a causa del fatto che ne sente parlare continuamente, come di Facebook d'altronde, il CinicòDio non sprecherebbe una sua preziosa domenica pomeriggio a riflettere su queste minuscole ed insignificanti questioni. Ma si è svegliato talmente inacidito che l'articolo si scrive da solo e, in questi casi, largo alla scrittura, se automatica. Infrangerà addirittura in questo modo una sua norma fondante, quella di evitare in ogni caso riferimenti a fatti d'attualità: i lettori possano perdonarlo.
Su RaiDue, meglio battezzata come RaiVaticano, un giorno non meglio definito dello spazio e del tempo, una cricca di omosessuali, produttori, esperti di marketing, ballerini e altri personaggi di tal risma, decisero di mandare in onda un programma, X-Factor. Il CinicòDio non scende nel merito, non sa se sia un format del cazzo o una brillante idea tutta italiana, quello che sicuramente gli è balzato agli occhi è l'inspiegabile successo d'ascolti di questo marasma improponibile di stronzi e stronzate, ché chiamarlo in altro modo risulterebbe riduttivo.
Dopo aver lungamente riflettuto sul perché ci siano esseri viventi soliti seguire con passione le vicende contenute nel “l'Innominabile” (come d'ora in poi verrà definito il programma), ed essere arrivato alla conclusione che l'umanità è bella perché varia, il CinicòDio crede che altre motivazioni plausibili possano essere queste.
- È intrinseco in ogni essere umano il desiderio di cantare “Rimmel” di De Gregori davanti ad un vasto pubblico in sala e con i propri amici che ti seguono da casa e fanno il tifo per te.
- È intrinseco in ogni essere umano il desiderio di fare soldi velocemente sfruttando la popolarità televisiva, di qualsiasi genere sia e da qualsiasi bieca azione derivi.
- È intrinseco in ogni essere umano godere delle lacrime e dei fallimenti altrui, le lacrime degli altri fanno dimenticare la vita di merda che stai facendo tu.
- È intrinseco in ogni essere umano il desiderio di poter pippare cocaina con i ritmi di Morgan senza che nessuno possa denunciarti, anzi, venendo pagati per farlo.
Ora, anche al CinicòDio piacerebbe poter pippare in tutta tranquillità arricchendosi e, molto probabilmente, anche ravanando con un sacco di giovani adolescenti, ma non per questo ha deciso di ridursi ad una stupida marionetta schiava dello share! Ci mancherebbe! Però che invidia, il CinicòDio in prima serata che sbotta e spara a zero su qualsiasi cosa gli venga in mente, sarebbe un'ottima pubblicità...
Il CinicòDio spera che la sua posizione riguardo “l'Innominabile” risulti chiara ma, nel caso in cui non lo fosse, ecco un augurio rivolto al vincitore dell'edizione di quest'anno: carissimo, il CinicòDio ti augura con tutto il cuore che tu possa morire assai presto. Il CinicòDio non comprerà il tuo cd, è ovvio.
sabato 21 novembre 2009
l'insubordinazione
Comunque sia, a prescindere dalla responsabilità, il protocollo consisteva semplicemente nel praticare una sorta di tiro a segno sulle persone (ma qui non si trattava di innocui gavettoni) che s’accingevano a transitare là sotto, lungo la strada, abbacinate nella pinguedine delle domestiche faccende . Il piano oltretutto, prevedeva d’assestare colpi di proiettile anche agli abitacoli delle autovetture, magari alle gomme, laggiù, ove vaneggiava lo sciame inesauribile del traffico,per porre fine a tutto quel via vai implacabile, onde causare collisioni che potessero in qualche modo coinvolgere altri mezzi, provocare scontri frontali con più morti possibili, generando il caos.
Dunque, è bene precisare che l’uomo in questione, era solo una vittima e niente di più, si trattava infatti di una pedina manovrata dall’arma che reggeva fermamente tra le mani, dal momento che questa, assumendo per così dire le vesti del carnefice, incredibilmente e inspiegabilmente, aveva come ottenuto pieno regime su di lui, vincolandolo al suo bieco volere .
Si poteva affermare che Antonio e l’arma erano oramai una cosa sola, vivevano come in simbiosi, tant’è che risultava arduo delimitare il confine che li separava, i loro corpi sembravano fabbricati l’uno per l’altro, come saldati insieme, assemblati in una stretta cieca alleanza . Così il fucile pareva essere indiscutibilmente il prolungamento del braccio destro dell’uomo, un tutt’uno con esso ,quindi qualcosa di vivo, forse addirittura costituito di carne, ossa e sangue, con un cervello proprio , una mente sopraffina e superiore che defraudava l’altro encefalo, quello di Antonio, che veniva come inglobato in questo . Il fucile simbionte, parassita, traeva benefici dall’associazione a spese dell’ospite, si nutriva a scapito di costui, della sua inesauribile sete di sangue ……L’avvocato era costretto a sacrificare vittime innocenti per il volere dell’arma ,come a una divinità superiore.
Questa era dunque l’egemonia, il dispotismo, la prevaricazione instaurata subdolamente dal fucile che soverchiava l’arbitrio dell’avvocato, raggirando la sua volizione. Era già da un po’ di tempo in effetti che in città non accadevano ammazzamenti, il che induceva a supporre che era giunto il momento di far versare un po’ di sangue innocente, anche perché le notizie di cronaca ne risentivano di questa crisi, e la gente concordemente non acquistava giornali.
Lungi dal farsi degli scrupoli il fucile tirannico, di punto in bianco, come in una sorta d’anarchia, aveva preso il pieno controllo della situazione mettendo sotto il suo condizionamento Antonio e costringendolo in quell’impresa che aveva, lasciatemelo dire, dell’incredibile. Ora una temibile ghigliottina era tesa sulle teste delle persone, che ignare della loro sorte transitavano lungo la strada, e l’avvocato reggeva la cordicella che avrebbe azionato il tutto. Non c’era modo di tirarsi indietro, ora il nefasto destino della gente era nelle sue mani .
Quello era solo l’incipit, se tutto fosse andato per il verso giusto, probabilmente anche altre armi avrebbero aderito all’iniziativa, prendendo d’esempio il temibile schioppo. L’uomo se ne stava là, trastullandosi nelle sue congetture, senza un motivo legittimo per giustificare quello che stava per compiere, piantonato sul davanzale dell’ampia finestra come un cecchino, prendendo di mira la calca, e avrebbe relegato la morte senza mezze misure, come confezionando tanti pacchetti regalo. Si, si, certamente, senza tante requie lo avrebbe fatto ( e non per burla) : qua e la indistintamente con forma blanda ,non c’erano sconti ne favoreggiamenti di sorta ,non era uno piuttosto che un altro….. Si sarebbe detto d’ intravedere una logica in quel disegno nefasto ,forse avrebbero reclamato alcuni ,a questa persona era stato fatto un torto, l’amministrazione ,lo stato, l’intera nazione , o chicchessia era chiamata in causa .
Dunque, a rigor di logica, per sete di rivalsa ora essa faceva fuoco vendicandosi sulla moltitudine. Niente di tutto questo, non c’era in realtà un movente razionale che potesse giustificare le sue azioni . Si capisce che risultava impervio avvalorare questa ipotesi ,ma l’incredibile evento avveniva proprio sotto le direttive dell’arma squilibrata che Antonio reggeva tra le mani tremolanti, dalla quale sembrava scaturire una fonte d’ energia enigmatica e inesauribile, che pareva attrarre a se la povera vittima come una calamita ,soggiogandola completamente
«Aiuto», intanto gridava atterrito il poveretto al suo pubblico giù in strada, pieno di torbido sgomento, « non sono un assassino, non voglio arrecare del male fisico a nessuno io, è il fucile casomai, che mi tiene sotto torchio, che qualcuno mi liberi da questa dittatura, perdiana ! »……..
Ma egli non dimentichiamolo, era all’ultimo piano, e poi a quell’ora di punta, con tutto quel viavai di macchine, in quella processione inesauribile, come avrebbe potuto attirare l’ attenzione degli automobilisti?
(continua....)
(grazie mille a lucazan per la partecipazione e il sostegno)
buona visione agli amanti del genere
david1 ne sa una più del diavolo.... forse Egli è il diavolo...
venerdì 20 novembre 2009
"da quando sono diventato vegan vado al bagno in modo diverso"
Il ddl mira a tutelare, in via preferenziale, le scelte alimentari vegetariana e vegana cercando di imporle per legge all'interno del campo della ristorazione. Ciò avverrebbe a partire dalla formazione degli aspiranti cuochi che per motivi etici o religiosi potranno opporsi “alla violenza su tutti gli esseri viventi” e rifiutare le lezioni didattiche che hanno per oggetto alimenti animali, seguendo in alternativa appositi corsi di gastronomia vegetariana e vegana, che dovranno essre previsti obbligatoriamente nei programmi didattici delle scuole alberghiere.
Tra i contenuti del testo c'è inoltre quello di prevedere menù vegetariani e vegani in tutti gli esercizi pubblici, così come in tutte le mense, scolastiche e non in alternativa ai piatti a base di carne e pesce. Per la mancata applicazione di queste disposizioni sono previste sanzioni da 3 a 18 mila euro e la sospensione della licenza di esercizio per trenta giorni lavorativi, con possibilità di inasprimento in caso di recidiva.
Non ci vuole un genio per capire che se una legge del genere dovesse essere approvata manderebbe nel caos l'intero settore della ristorazione. Basti pensare che per i piatti vegani tutti gli ingredienti dovranno essere esclusivamente di origine vegetale e che, sempre secondo i contenuti del ddl per quanto riguarda la scelta vegetariana le stesse uova dovranno provenire da galline allevate con metodi biologici o all'aperto.
Per non parlare poi delle conseguenze sociali e culturali di una tale imposizione verso i ristoratori, esagerata nei contenuti e sintomo di un animalismo impazzito che tenta di estendere la sua sfera d'influenza a colpi di legge.
Siamo al paradosso. Il CinicòDio, in un'assemblea plenaria, ha deciso di mandare tutti questi cosiddetti "deviati alimentari" nei forni crematori. Conditi da patate novelle, che a loro piacciono tanto.
giovedì 19 novembre 2009
scadenze #2
ma il rame del fusto s'accende
nei pelaghi del lavoro umano,
o nel sordo luccichio degli aghi;
tu menti la legge,
il tanfo del tuo rimpianto svanisce.
La parola annientata, la parola mutilata,
sono la parrucca d'edera di un vaso.
Dai marciapiedi per feti d'ornamenti
(il mobilio parossistico dell'avvenire)
come l'orrore è così prossimo al magico,
così il tessuto narrativo è scrigno
per velivoli dirottati.
Io, per me, calcolo la tara,
lo sbriciolio di ciò che resta,
la cinestetica dell'aridità,
note calde di prugne e more.
Ricordo infine un tale conte, della famiglia Gonzaga,
le tigri del Bengala
(chimera delle cateratte del Niagara).
il giocatore
(grazie a cava per la collaborazione e il sostegno)
martedì 17 novembre 2009
scadenze
meduse ad uso e consumo
pallide e flaccide cose;
parapsicologiche, giuridiche, di giacca e cravatta
(ma latta è nel parapiglia delle arterie
il plasma).
Orgasma,
piena di boria, in sifoni e suoni d'ottoni.
E' da considerarsi ormai imminente
di quando in quando, di scaglia in scaglia, alla rinfusa
medusa del mio assorto dipanare;
dissertare ogni camera separata, ogni giaciglio di suono
e via a mascherarmi di caucciù, materia plastica
o soda caustica.
Io non sto lì a buttar giù prudenza,
con i tuoi trucchi beceri,
esistenza.
E' da considerarsi ormai imminente
quando fluttuo nel tubo catodico
chi può parlare di uso metodico
di ossigeno?
Tra la mola e la lama sta assiso il futurabile finchè
una pelliccia di ermellino chuderà il cerchio dei fatti, in fondo,
all'uscita del tubo.
Il cubo di Rubik dei miei pensieri.
il padre e l'orso (ovvero un altro sogno)
lunedì 16 novembre 2009
brave persone

Anche se Berija venne formalmente condannato per essere una spia britannica, la leadership comunista cercò da subito di "insaporire" le accuse con altre informali e di natura più personale. Queste comprendono illazioni secondo cui avrebbe stuprato numerose donne, nonché torturato e ucciso personalmente molte delle sue vittime politiche.
Le accuse di violenza sessuale contro Berija vennero mosse la prima volta in un discorso del Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista, Nikolaj Šatalin, al meeting plenario del comitato del 10 luglio 1953, due settimane dopo l'arresto di Berija. Šatalin disse che Berija aveva avuto relazioni sessuali con numerose donne e che aveva contratto la sifilide come risultato di rapporti con prostitute. Šatalin fece riferimento a una lista (tenuta dalle guardie del corpo di Berija) di oltre 25 donne con cui Berija aveva fatto sesso. Col tempo, comunque, le accuse divennero più drammatiche. Khruščёv nelle sue memorie pubblicate postume, scrisse: "Ci venne data una lista di più di 100 nomi di donne. Vennero trascinate a Berija dai suoi uomini. Ed egli aveva in serbo lo stesso scherzo per tutte: a tutte quelle che arrivavano alla sua casa, Berija faceva un invito a cena e proponeva di bere alla salute di Stalin. E nel vino, mescolava alcune pastiglie di sonnifero...".
Negli anni ottanta, le storie sugli abusi sessuali di Berija comprendevano la violenza su ragazze adolescenti. Anton Antonov-Ovseenko, che scrisse una biografia di Berija, disse in una intervista: "Di notte percorreva la strade di Mosca in cerca di ragazze adolescenti. Quando ne vedeva una che stuzzicava la sua fantasia faceva sì che le sue guardie la accompagnassero a casa sua. Talvolta faceva sì che i suoi scagnozzi gli portassero cinque, sei o sette ragazze. Le faceva spogliare, ad eccezione delle scarpe, e le costringeva a disporsi in cerchio, a gattoni, con le teste vicine. Egli camminava attorno a loro in vestaglia, ispezionandole. Quindi ne prendeva una per le gambe e la trascinava fuori per violentarla. Lo chiamava il gioco del fiore".
Diverse storie sono circolate nel corso degli anni, secondo cui Berija in persona picchiava, torturava e uccideva le sue vittime. Fin dagli anni settanta, i moscoviti hanno raccontato storie di ossa ritrovate nel cortile, nella cantina o nascoste nei muri della ex-residenza di Berija, che oggi funge da ambasciata della Tunisia. Il quotidiano londinese Daily Telegraph riportò nel dicembre 2003: "L'ultimo orribile ritrovamento - un grosso femore e alcune ossa di una gamba, più piccole - avvenne solo due anni fa quando venne ripiastrellata una cucina. Nel seminterrato, Anil, un indiano che ha lavorato all'ambasciata per 17 anni, mostrò un sacchetto di plastica con ossa umane che aveva trovato nelle cantine".
domenica 15 novembre 2009
il padre ed il fratello più piccolo (ovvero un sogno)
sabato 14 novembre 2009
la pesca alla trota
La pesca alla trota è effettivamente uno sport di tutto rispetto (non fosse per il fatto che detesto la pesca e chi la pratica e detesto ancora di più le trote), ma è il caso quindi di aggrapparsi ad uno stile pseudo-sportivo e auto-invetrinarsi in aeroporto? Non si corre il rischio di generare confusione negli occhi degli spettatori (cioè nei miei)? Credevo di essere in aeroporto, mi sono dovuto ricredere; sono uscito dal gate e, invece di partire per Berlino, ho chiamato un taxi e mi sono fatto portare in un negozio della catena Tuttopesca. Da lì mi sono fatto accompagnare ai laghetti per pesca sportiva di Varese/Somma Lombardo dove domattina parteciperò ad una competizione regionale di carp-fishing. La mia ragazza ha detto che non sto bene.
giovedì 12 novembre 2009
Conversazioni "RIVELATRICI"
B: ma chi?
A: Antonietta...Sai quella...
B: Chi? la stessa che sto pensando io?
A: ...Si secondo me si...la PUTTANA!!!
B: Ah....perche?...è una puttana?..non ne so niente
A: Eh si e....non sai niente...? va coi taroni lei..Le piacciono i taroni..tipo si dice che fino a poco tempo fa andava con un muratore calabrese.
B: Ah...be dai....magari le piaceva lui.....
A: No no. A lei piacciono i tauri...ne sono sicuro..se non sei un tarone non le piaci
B: Ah..vabe' dai.....tu che dici? novita'?...
A: mmm....no dai tutto bene....ma di Carlo l'hai saputo....?
B: Ah Carlo...come stà è in forma....?è un pò che non si fà vedere...
A: Be non sai la storia della morosa incinta?...
B: eeeeeeeeeh...è incinta..?
A: si si..non sai niente cazzo...dove vivi..?
B: e oh.....
A: Ma la cosa più bella è che lei è rimasta incinta....cioè quando ha fatto il test le è stato detto che era incinta già da un mese e mezzo......ù
B: e quindi?..
A: Quindi....sei proprio un cazzone.....quindi lei un mese e mezzo fà era in erasmus in Germania...
B: Be dai....che ne sai...magari primadi partire han chiavato....?
A: Si si.....proprio lei....Lo dicevo a Carlo che è una zoccola..figurati.....è fortunato se non nasce nero....
B: AhAh ma no dai......
A: Si si...lascia fare che io le so ste cose....
B: vabè....Oh devo andare.Ho il turno a lavoro
A: Ah ok...ci si sente ok?
B: ok.cia cia
A: ciao......eh...vai vai.....come se non lo sapessero tutti che è un puttaniere lui.....
A: Ue ciao...come va?
C: Ciao caro che mi racconti..?
A: Ma....tutto bene....ho appena visto Il nostro amico....
C: Ho visto che andava via...come stà...
A: Ma.....cosa vuoi.....non riesce a trovare una figa.....o è un puttaniere o è frocio secondo me....
C: Ma dai....
A: Si si.....secondo me prima mi guardava il pacco anche....
C: che cazzo oh....veramente.....vabè dai ma tu come stai come stai?
A: Bene bene....tutto bene
muri
mercoledì 11 novembre 2009
sguardo contemporaneo #142
annotazioni personali #1
sguardo contemporaneo #086
"INFLUENZA H1N1"
Vogliono impedirmi di studiare.
Vogliono impedirmi di crescere e di guardarli in faccia.
Vogliono impedirmi di divenire e diventare pericoloso.Di sedere al loro tavolo e di sputtanarli col solo sguardo.
Non mi danno la borsa di studio perchè spostano i termini di iscrizione, perchè negli uffici degli enti pubblici italiani l'85% del personale è incompetente, raccomandato, ignorante, e cosa peggiore è MORTO!!!!!! ( per non parlare che rubano i soldi che non danno agli studenti con la scusa che sono scaduti i tempi per questo o quell'altro....)
Dicevo. E' MORTO!!!! tanto tempo fa.
L'influenza H1N1 è nell' aria,
la sento mi stà addosso,
mi bisbiglia continuamente all'orecchio
mi sussurra, prova a entrare ma io la respingo
la mia volontà fa da scudo
la mia forza è troppo grande, il mio orgoglio la sovrasta...
Il freddo improvviso e l'umidità delle campagne salernitane non fa che peggiorare le cose.
L'influenza è più forte, si muta
parla un altro linguaggio sempre più colorito e alto e colto,
più difficile da comprendere
Si trasforma, si veste bene, abiti eleganti da compagni di patria
di resistenza
di viaggio, di sbronze serali.
Cedere al virus sarebbe "normale" e comprensibile da tutti quelli che incontro per strada e di quelli che conosco.
Anche loro l'hanno sentita l'influenza.
Anche loro hanno provato a resistere.
Poi non ce l'hanno fatta più.
Il virus è entrato in loro, si è incuneato tra i muscoli delle gambe e delle braccia,
della mente
delle vene del cazzo.
Ora sono portatori sani come i vampiri
starci vicino è rischioso, è contagioso.
Io però ho deciso che li divorerò con FANTASIA E CONCENTRAZIONE
FANTASIA E CONCENTRAZIONE.
Sono queste le mie, anzi le nostre, armi di distruzione di massa.
Siamo un esercito di penneli, di chitarre, di stilografiche, computer, e vaffanculo.
ARRENDETEVI!!!!!!!
NON AVETE SCAMPO
martedì 10 novembre 2009
sguardo contemporaneo #256
La mia vita mediata 1x01
sguardo contemporaneo #165
Paranoia Nerd
"....MI COMPRO UN CANE"
Nel tragitto però un interrogativo mi assale la mente:
"Perchè si chiamano centri sociali?"...non riesco a concentrarmi...mi fermo...analizzo...
"CENTRO"..ok....
come luogo, posto, spazio, gruppo, ritrovo....
centro di qualcosa che è intorno ma tu sei al centro..
come centro del mondo, al centro devi colpire, al centro devi puntare...
"IO C'ENTRO",
alla Casini e Rutelli,
protetti dalla chiesa cattolica con la benedizione di "LUI" in persona che vede provvede e perdona
che c'entra e poi si tira indietro.....
io c'entro....e tu?......che cazzo.....
ma torniamo al mio centro....
"SOCIALE",
sociale sta per gruppo di persone, tante persone, societa, popolo,
la società è un insieme di persone che accettano di convivere secondo regole e leggi scritte da loro pari.....ma che "si sentono meglio"..( detta alla Frankye )...
..no è una cosa seria.....
Da persone che come vocazione, che scritto nel loro destino c'è di preoccuparsi di se stessi ma prima ancora per gli altri.....
CHE BELLO!!!!
come sono contento che qualcuno pensi per me!!!!!!
ok.. ci sono...non lo so.. ma è li...
"CENTRO SOCIALE":
luogo in cui ritrovarsi seguendo determinate regole.
Bene......allora...perchè non sono tutti centri sociali?
bar, distese, case, discoteche, birrerie, bordelli, agenzie di scommesse, circoli di carta, paninoteche, salotti con fiori, Margherita e Claudia......?.
.e....quelle di quel posto per soli uomini che molto volentieri frequento non appena mi ritrovo due soldi in tasca.....?
Forse però ho analizzato male il termine "SOCIALE"....
Per centro sociale in questo caso si intende:
società sta a x/y, ipotenusa variabile e continua che dopo un procedimento matematico che sposta le variabili e ci piscia sopra si risolve in:
- luogo aperto a tutti senza distinzioni di abbigliamento, colore, puzza, orecchini, vizi, pettinature, e in più.......si puo fumare all'interno e si puo entrare col "CANE".
Questi ragazzi che alla sera si vestono, si preparano per uscire, magari sperando di trovare una femmina disponibile,
giacca, felpa, fumo, paglie 20 €, cazzo duro....eeeeee.....eeee......?
CANE PITBULL al guinzaglio....bello muscoloso, dolcemente incazzato........E' BELLISSIMO......
Sono degli esempi da seguire
se fossi io a governare questo paese li riconoscerei come gruppo autonomo a statuto speciale indipendente con esercito a seguito...
Per farne parte basta "comprare" un cane PITBULL...altrimenti sei uno stronzo.Non ti caga nessuno.
E' che bello essere li ad assistere allo spettacolo dei loro cani che si inseguono, giocano, si chiavano, si leccano , abbaiano....e..i padroni..
che diventano i veri cani della serata e assistono allo spettacolo con lo sguardo soddisfatto che parla e dice:
"E' MIO IL CANE, VISTO CHE BELLO, CHE MUSCOLI.....E' MIO......L'HO COMPRATO...."
domenica 8 novembre 2009
la vecchina milionaria
-Che schifo – risponde la sua compare, e io davvero non capisco cosa stia succedendo. I soldi danno alla testa, anche alle persone più semplici. La signora Marina non mi degna più di uno sguardo, non mi propone nemmeno più la sua ribollita. Almeno mi invitasse ad un suo festino, mi sento così solo, ultimamente.
La signora Marina, 80 anni suonati ma portati decentemente, ha vinto 54 milioni di euro al Superenalotto. La signora Marina abita nell'appartamento sotto il mio. È sempre stata molto solitaria, non ho mai visto in giro qualcuno che si possa definire suo conoscente, mai nessuno, un parente, un nipote, nessuno.
La sua vita è cambiata, ora. L'ho incontrata ieri mattina facendo le scale, mi sembrava diversa, più in forma, più solare. Al posto del solito maglione beige troppo largo e sformato e delle sue brache di flanella, portava un abito Missoni sgargiante. Mi ha salutato altezzosa e piena di sé; uscito dal portone del condominio, la sua nuove Porsche 996 nera opaca faceva bella mostra di sè, per l'invidia dei vicini. La signora Marina, posso dirlo con sicurezza, ha svoltato: nonostante i suoi 80 anni la sua casa è ora frequentata da tipi loschi e giovani fotomodelli, la notte fa un chiasso infernale e la musica è altissima, secondo me organizza quei festini particolari che solo nell'alta società. Probabilmente gira anche un sacco di cocaina, nei festini della signora Marina. Se prima saliva dal suo appartamento odore intenso di minestra di verdure, adesso sale musica giovane e a tutto volume. Potrebbe davvero chiamarmi, questa vecchia troia, mi sento davvero così solo, ultimamente.
sabato 7 novembre 2009
emergency nuoce gravemente alla salute

venerdì 6 novembre 2009
io sono....
Sono incomparabilmente il più grande simulatore di orgasmi che abbia mai operato nell'ambiente universitario dall'inizio dell'era industriale. Chi lo nega è un disfattista senza timor di Dio al soldo dei tupamaros.
Sono incomparabilmente il più grande baritono che abbia mai bazzicato in un ring di wrestling dal Concilio Vaticano II. Chi lo nega è un catastrofista senza credibilità al soldo dei narcotrafficanti.
Sono ovviamente il più grande levigatore di saponette che ci sia mai stato nel regno di Mordor dalla scoperta del coitus interruptus. Chi lo nega è un delinquente senza coglioni al soldo dei radical chic.
Sono a detta di tutti il più grande veterinario ginecologo che abbia mai operato nel circuito della Formula Uno dall'inizio dell'età del ferro. Chi lo nega è un dietrologo senza amor proprio al soldo delle lobby gay.
Sono palesemente il più grande contorsionista che si sia mai conosciuto nella Via Lattea dalla strage degli innocenti. Chi lo nega è un agitatore senza dignità al soldo dei no global.
Sono incomparabilmente il più grande stupratore di cani che sia mai venuto alla luce nella Terra degli Elfi dall'avvento dei frigoriferi. Chi lo nega è un vigliacco senza coglioni al soldo dei sandinisti.
Sono certamente il più grande fumatore di toscanello che si sia mai visto su internet dallo scudetto della Sampdoria. Chi lo nega è un parassita senza inibizioni al soldo dei trotzkisti.
decisioni irrevocabili/3
-Come potete vedere, ce n'è per tutti i gusti. Pensate che abbiamo una sezione particolare dedicata agli ingegneri. Richiedono i miei servizi a centinaia. Gradite un cappio particolare? Di qualche colore particolare? Corda? Nylon? Un cappio griffato?
Ci scambiamo un'occhiata d'intesa. Gli comunichiamo che prima vorremmo fare un giro, per valutare meglio, insomma, per far coincidere le nostre esigenze e le possibilità economiche. Una curiosità: qual'è l'esatta correlazione fra il materiale e la velocità della soluzione?
-La juta è, diciamo, più avvolgente, confortevole, sensuale. La materia plastica è per chi ama le sensazioni forti, subitanee. Come dicevo, è tutta una questione di gusti.
-Avete riflettuto bene su quello che state facendo? Pensateci bene, cari clienti, se ritornate con due amici, una soluzione è gratuita – diffonde la voce robotica da un altoparlante, ed è un' offertona, ma solo per questo mese.
-Siamo solo noi due, e vorremmo combinare qualcosa di rapido..
-Ho quello che fa al caso vostro.
Si ferma davanti ad una postazione contrassegnata con il numero sette, dove un giovane ragazzo biondo aspetta il suo turno, sorridendo da ebete, accavallando la pelle del volto segnata da una rosacea eruzione cutanea. Ci saluta con un romanticissimo “arrivederci” e la sua voce suona come una cascata di Millepiedi Neri; sembra molto entusiasta di quello che si accinge a fare.
Intanto ho adocchiato una forca griffata Louis Vuitton che ha veramente una classe inconfondibile, uno charme che non riesco a ritrovare nelle banali forche che mi circondano. Sopra l'asse portante svettano le lettere LV come un monito, una aspirazione, un' intera scelta di vita. Attira il mio sguardo come una calamita. Chissà a quanto me la fa.
-Quella mi sembra un po' esagerata per voi – si è accorto cosa stavo puntando – ma mai dire mai, la vita è fatta per togliersi qualche sfizio.
-La voglio, voglio quella – dico deciso.
giovedì 5 novembre 2009
psicocaffè

a-social network

non me ne frega un cazzo se sei single
non me ne frega un cazzo se sei impegnato, e con chi
non me ne frega un cazzo delle foto della tua famiglia
non me ne frega un cazzo delle tue foto da bambino
non me ne frega un cazzo del tuo impegno politico
non me ne frega un cazzo di cosa fai sabato sera
non me ne frega un cazzo di cosa stai pensando adesso
non me ne frega un cazzo dei tuoi programmi TV preferiti
non me ne frega un cazzo del tuo lavoro
non me ne frega un cazzo dei tuoi amici
non me ne frega un cazzo delle tue amiche
non me ne frega un cazzo se adesso hai la febbre
non me ne frega un cazzo dei tuoi video preferiti di youtube
non me ne frega un cazzo di quanti amici hai
non me ne frega un cazzo dei tuoi libri preferiti, leggerai libri del cazzo
potrei continuare all'infinito.
ora posso solo dirti che, chiunque tu sia, non me ne frega un cazzo di te.
basta con questa cyber-intromissione nei cazzi degli altri.
chiunque tu sia, fatti i cazzi tuoi.
mercoledì 4 novembre 2009
spensierati e felici
come un ritmo preparato da un batterista
Non c'è niente da capire, niente da pensare
solo schiacciare un pulsante con su scritto START
sperare che le combinazioni si mostrino e parta la sirena della grande vincita
2 ciliegie, 2 meloni, 1 BAR, 1 cocomero......niente..
Oggi sono stato con mia figlia
era il mio giorno di comune accordo con Marta
3 ciliegie, 100 punti...schiaccio START
Dov'ero arrivato....?
quando ho iniziato?
quando ho vinto l'ultima volta?
Sono sotto?...di quanto..?
non lo so...non lo voglio sapere....
2 limoni,1 cocomero, un jolly...100 punti....
Schiaccio ancora,cambio moneta...
50 cent...riprendo da dove ho lasciato..
Il lavoro in fonderia è una merda
mi rompo il culo, mi fa male alla salute,
mia figlia, l'affitto, le spese.....vaffanculo....
non paga un cazzo stasera....
Giro BONUS,le combinazioni valgono il doppio
schiaccio, schiaccio non capisco quando vinco e quando no...troppo veloce
tengo la mente impegnata.....E' presto per andare...
A casa solo
ancora solo
Sport, satellite, piatti da lavare
odore di chiuso e di sudore
L'ho portata al parco oggi
non sapevo che fare, cosa dirle
L'ho riportata dalla madre
ci vedremo la prossima settimana le porterà un regalo
3 cocomeri, 200 punti....scarico...basta
Che ci faccio qui?
da dieci anni
che mi aspettavo di trovare......?
Mi siedo stessa storia
volti di animali
lupo, coniglio, gallina, cane....JOLLY
non ci faccio più caso
Dov'ero rimasto..?
Non ricordo piu.........
(grazie a lino per la partecipazione e il sostegno)
martedì 3 novembre 2009
"ius soli" e "ius sanguinis"
Questa concezione giuridica consentirebbe, automaticamente, a chiunque nasca su territorio italiano di acquisire la cittadinanza e ai suoi genitori l'immediata residenza, e poco dopo, la cittadinanza.
L' Italia, fino ad oggi, ha seguito un diverso orientamento: lo Ius Sanguinis. Solamente nascendo da genitori italiani si è cittadini; secondo un' idea della cittadinanza, basata su sangue, cultura e Fede. La cittadinanza vuole una continuità tra i nostri padri noi e i nostri figli che trova conferma in costumi, in una fede religiosa ed in una tipologia fisica comuni.
Lo ius soli è figlio di una visione cosmopolita, adatta a nazioni senza storia nè cultura che necessitano popolare vasti territori con genti di tutte le razze e di tutte le fedi. Esempio tipico: gli USA.
La Gran Bretagna, già istituendo il Commonwealth, fece l' enorme errore di concedere la cittadinanza a popolazioni di tutti gli angoli della terra e, addirittura, fino al 1983, la concedeva a tutti coloro che nascevano sul suo territorio. Accortasi del disastro, reintrodusse lo ius sanguinis. Troppo tardi.
In pochi decenni Gran Bretagna e Francia sono arrivate a ospitare, a causa dello ius soli, 7/8 milioni di nuovi cittadini. La pace sociale ne è risultata minata. Le gravi e ricorrenti rivolte nelle banlieu francesi e nelle inner cities britanniche dimostrano inequivocabilmente l'ostilità di questi "nuovi cittadini" verso gli Stati che li hanno, incautamentte, adottati.
copie di copie di copie
Lei mi chiese se stavo bene, cosa mi stava succedendo: come potevo raccontargli dei mille soli che avevo già visto, di tutte le volte che avevo visto calare le tenebre sapendo che la luce sarebbe riapparsa solo dopo lunghi anni e che nessuno, nemmeno Samrov, era in grado di impedire tutto ciò. Nemmeno Samrov il luminare, il padrone, il vero sindaco della Città. Chi sarebbe scomparso, questa volta, chi avrebbe sacrificato la propria vita affinché la scienza, e il suo carro di vincitori, potesse donare la semplice sopravvivenza agli abitanti della grottesca città-fungo? Queste erano le domande che mi distraevano da una normalissima passeggiata domenicale, e continuavo a ripetermi che avrei dovuto prevederlo, avrei dovuto saperlo, e che forse proprio Lei sarebbe stata strappata dalle mie braccia, se non l'avessi difesa. Le dico allora che è un banale mal di testa, non sembra crederci, ma continua a giocare con il cane spensierata, quasi felice. Mi appoggio al cartello “vietata la riproduzione agli Zatlah”, mi tolgo gli occhiali da sole, mi massaggio le tempie. Sorrido perché Lei è bellissima e nulla le accadrà, costi quel che costi.
-L'ho visto, per Dio, l'ho visto, non mi posso sbagliare.
-Era lui? Sei proprio sicura?
-Ti dico di sì, era lui – e qui la voce le si ruppe, e mi fu palese l'angoscia di chi ha visto qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere, ma che esiste, e non si può ignorare.
-Com'era? Identico?
-Era lui, era lui, usciva da una farmacia. Mi ha visto, ne sono sicura, non credo abbia fatto finta di niente, non mi conosce, non sa chi sono. Era torvo e guardingo, sembrava spaventato a morte. Indossava un'uniforme rosso sgargiante, simile a quella dei dipendenti dei fast-food.. Rossa con qualche striscia gialla, per l'esattezza.
Quella notte aveva fatto un sogno stranissimo. Si era ritrovato catapultato nella cucina di un fast-food, nell'ambiente in cui era una decina di persone cucinavano, occhi spenti e movimenti meccanici, poi aveva sbirciato nell'ambiente a fianco dove, in lunghe tavolate, altri lavoratori mangiavano in silenzio. Anzi, mangiavano ascoltando musica classica a bassissimo volume. Erano costretti, in qualche modo, ad ascoltare quella musica senza parlare fra di loro; il rumore delle mascelle che masticano il cibo l'avrebbe già resa impossibile da seguire. Aveva poi imboccato una porticina bianca e si era ritrovato in un'anticamera alta e strettissima, su cui si affacciavano altre porte; da una di esse era uscita una signora, la stessa divisa rossa da fast-food, e lui:
-Mi sono perso.
E lei, sorridente, gli aveva risposto qualcosa di incomprensibile. Sembrava simpatica. Era tornata dentro, chiudendosi la porta alle spalle, e lui aveva sentito, nettissime, queste parole:
-Dice di essersi perso – ed era sicuro che fosse stata la stessa persona, a pronunciarle.
Si era ritrovato, infine, in un bagno. La porta da cui era uscito era sulla parete sinistra. Quando capì dove fosse era già chiusa. Uscì e davanti a lui si trovò un corridoio illuminato, quello di un centro commerciale. Poi il sogno finì e lui si chiese per quale motivo se lo ricordasse così vividamente, contrariamente a quello che gli succedeva di solito.
-E' lui – dissi, cercando di non spaventarla più di quanto già non lo fosse – lo ha già messo in circolazione. Mi volsi pensieroso verso la finestra. L'autunno era appena arrivato e già l'inverno lo incalzava.
-Come fai ad esserne così sicuro? Potrei sbagliarmi e..
-Il sogno. Ho imparato a fidarmi più dei miei sogni che dei telegiornali.
-Cosa vuoi fare a questo punto? - la ragazza cercava di non far trapelare il timore che la tormentava. Era sconvolta. Era uscita per qualche piccolo acquisto, quella mattina di buon'ora, com'era solita, e se lo era trovato davanti. Subito aveva pensato ad una sorpresa, si era ricreduta quando, chiamandolo a gran voce, chiamandolo con il suo nome più volte, lui non si era voltato: solo ora capiva che non si era voltato perché non era lui, e quello non era il suo nome.
(continua...)
Progressista VS. Conservatore: Casa dei morti e Diario di uno scrittore
