
Alla testa di 400 000 uomini, subentrato ad Emilio De Bono, giudicato troppo morbido,
Pietro Badoglio condusse personalmente il suo corpo di spedizione all'invasione della futura colonia, l'Etiopia; le modalità di "combattimento" destarono però sensazione e riprovazione in tutto il mondo, poiché l'aviazione italiana, contravvenendo al Protocollo di Ginevra del 1925, utilizzò su larga scala il terribile gas iprite, che, irrorato dagli aerei in volo a bassa quota, sia sui soldati che sui civili, venne usato con la precisa finalità di terrorizzare la popolazione abissina e piegarne ogni resistenza. Tra il 1928 ed il 1930 Badoglio aveva già autorizzato l'utilizzo di gas asfissianti (fosgene) e di bombe caricate ad iprite per reprimere i ribelli in Sirtica (Libia). Nel 1949 la United Nation War Crimes Commission riconoscerà Badoglio come criminale di guerra, tuttavia non verrà mai concessa l'estradizione in Etiopia per sottoporlo a processo.
Il 5 maggio del 1936, alle ore 16, entrava in Addis Abeba alla testa delle truppe italiane e proclamava l'avvenuta conquista dell'
Impero dell'Africa Orientale Italiana. Fu poi
Viceré e Governatore di Etiopia, e, senza particolari meriti scientifici, presidente del
Consiglio Nazionale delle Ricerche. Tornato a Roma, tenne per sé come trofeo di guerra il trono di
Hailé Selassié, che riconvertì a cuccia del suo cane.
L'impero coloniale italiano nella sua massima espansione dopo la conquista dell'Albania (1939)
Montanari, il tuo pseudo-razzismo progressista è penoso.
RispondiEliminaprobabilmente perchè io sono penoso. in ogni caso puoi scrivere anche tu, le critiche sterili come queste le fanno gli invidiosi.
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