giovedì 29 ottobre 2009

"Non sono qui per intrattenere": William Burroughs, il Pasto Nudo

La Fantascienza esterna non c'entra. William Seward Burroughs, drogato, omosessuale, pecora nera di buona famiglia, popola lo spazio interno all'uomo di alieni mostruosi, città sospese e surreali che appaiono deserti, funzionari controllori e a loro volta controllati da altri funzionari controllori, macchine da scrivere parlanti, orgie animalesche di esseri spaziali. La droga, in particolare l'eroina, è la chiave di volta/lettura del Pasto Nudo, la più sconvolgente e coinvolgente esperienza di lettura che si possa fare. La droga scardina la struttura del romanzo, che si frantuma, le scene si susseguono le une alle altre senza un'apparente consequenzialità, gli stili si mescolano in un'incredibile sarabanda. Da dove trae, questa Fantascienza Interna nata da quattro anni di appunti accaniti e disordinati di un tossicodipendente e cucita insieme in fretta e furia da Allen Ginsberg e Jack Kerouac per la pubblicazione, da dove trae il suo fascino? Perché non riusciamo a staccare l’occhio neppure dalle scene più atroci, perchè continuiamo a leggere anche quando abbiamo perso il filo, e non sappiamo più dove si sta svolgendo l’azione, o chi sta parlando e a chi?
Semplicemente perchè il Pasto Nudo traccia indelebilmente una linea di confine fra tutto quello che abbiamo letto prima e tutto quello che leggeremo dopo, perchè qualsiasi scrittore, per quanto innovativo e creativo, che continuerà, dopo Burroughs, ad aggrapparsi disperatamente al "soggetto-verbo-oggetto", risulterà bolso e privo di fascino. Non c’è che un’unica cosa di cui può scrivere uno scrittore: ciò che è davanti ai suoi sensi nel momento in cui scrive.
Uno degli incubi più presenti nel Pasto Nudo è la dissoluzione, la perdita di forma del corpo umano. Ecco perchè è pure la fisicità del romanzo stesso, di ogni romanzo, che Burroughs mette in discussione e che, dopo di lui, non può rimanere più quella di un parallelepipedo sottoposto alle leggi della gravità; il romanzo muta, decade, è magma, o meglio, è un'informe gelatina. Non intrattiene, non può più farlo, risulta difficile perfino tenerlo fra le mani, scivola via e scivola dentro.

Nessun commento:

Posta un commento