sabato 5 dicembre 2009

faccetta nera, sarai romana

Alla testa di 400 000 uomini, subentrato ad Emilio De Bono, giudicato troppo morbido, Pietro Badoglio condusse personalmente il suo corpo di spedizione all'invasione della futura colonia, l'Etiopia; le modalità di "combattimento" destarono però sensazione e riprovazione in tutto il mondo, poiché l'aviazione italiana, contravvenendo al Protocollo di Ginevra del 1925, utilizzò su larga scala il terribile gas iprite, che, irrorato dagli aerei in volo a bassa quota, sia sui soldati che sui civili, venne usato con la precisa finalità di terrorizzare la popolazione abissina e piegarne ogni resistenza. Tra il 1928 ed il 1930 Badoglio aveva già autorizzato l'utilizzo di gas asfissianti (fosgene) e di bombe caricate ad iprite per reprimere i ribelli in Sirtica (Libia). Nel 1949 la United Nation War Crimes Commission riconoscerà Badoglio come criminale di guerra, tuttavia non verrà mai concessa l'estradizione in Etiopia per sottoporlo a processo.
Il 5 maggio del 1936, alle ore 16, entrava in Addis Abeba alla testa delle truppe italiane e proclamava l'avvenuta conquista dell'Impero dell'Africa Orientale Italiana. Fu poi Viceré e Governatore di Etiopia, e, senza particolari meriti scientifici, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Tornato a Roma, tenne per sé come trofeo di guerra il trono di Hailé Selassié, che riconvertì a cuccia del suo cane.

L'impero coloniale italiano nella sua massima espansione dopo la conquista dell'Albania (1939)

2 commenti:

  1. Montanari, il tuo pseudo-razzismo progressista è penoso.

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  2. probabilmente perchè io sono penoso. in ogni caso puoi scrivere anche tu, le critiche sterili come queste le fanno gli invidiosi.

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