lunedì 16 novembre 2009

brave persone

Lavrentij Pavlovič Berija (in russo Лаврентий Павлович Берия; Sukhumi, 29 marzo 1899 – Mosca, 23 dicembre 1953) è stato un politico sovietico, capo della polizia segreta sotto Stalin.

Anche se Berija venne formalmente condannato per essere una spia britannica, la leadership comunista cercò da subito di "insaporire" le accuse con altre informali e di natura più personale. Queste comprendono illazioni secondo cui avrebbe stuprato numerose donne, nonché torturato e ucciso personalmente molte delle sue vittime politiche.
Le accuse di violenza sessuale contro Berija vennero mosse la prima volta in un discorso del Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista, Nikolaj Šatalin, al meeting plenario del comitato del 10 luglio 1953, due settimane dopo l'arresto di Berija. Šatalin disse che Berija aveva avuto relazioni sessuali con numerose donne e che aveva contratto la sifilide come risultato di rapporti con prostitute. Šatalin fece riferimento a una lista (tenuta dalle guardie del corpo di Berija) di oltre 25 donne con cui Berija aveva fatto sesso. Col tempo, comunque, le accuse divennero più drammatiche. Khruščёv nelle sue memorie pubblicate postume, scrisse: "Ci venne data una lista di più di 100 nomi di donne. Vennero trascinate a Berija dai suoi uomini. Ed egli aveva in serbo lo stesso scherzo per tutte: a tutte quelle che arrivavano alla sua casa, Berija faceva un invito a cena e proponeva di bere alla salute di Stalin. E nel vino, mescolava alcune pastiglie di sonnifero...".
Negli anni ottanta, le storie sugli abusi sessuali di Berija comprendevano la violenza su ragazze adolescenti. Anton Antonov-Ovseenko, che scrisse una biografia di Berija, disse in una intervista: "Di notte percorreva la strade di Mosca in cerca di ragazze adolescenti. Quando ne vedeva una che stuzzicava la sua fantasia faceva sì che le sue guardie la accompagnassero a casa sua. Talvolta faceva sì che i suoi scagnozzi gli portassero cinque, sei o sette ragazze. Le faceva spogliare, ad eccezione delle scarpe, e le costringeva a disporsi in cerchio, a gattoni, con le teste vicine. Egli camminava attorno a loro in vestaglia, ispezionandole. Quindi ne prendeva una per le gambe e la trascinava fuori per violentarla. Lo chiamava il gioco del fiore".
Diverse storie sono circolate nel corso degli anni, secondo cui Berija in persona picchiava, torturava e uccideva le sue vittime. Fin dagli anni settanta, i moscoviti hanno raccontato storie di ossa ritrovate nel cortile, nella cantina o nascoste nei muri della ex-residenza di Berija, che oggi funge da ambasciata della Tunisia. Il quotidiano londinese Daily Telegraph riportò nel dicembre 2003: "L'ultimo orribile ritrovamento - un grosso femore e alcune ossa di una gamba, più piccole - avvenne solo due anni fa quando venne ripiastrellata una cucina. Nel seminterrato, Anil, un indiano che ha lavorato all'ambasciata per 17 anni, mostrò un sacchetto di plastica con ossa umane che aveva trovato nelle cantine".

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