lunedì 23 novembre 2009

darò fuoco alle terre serbe


Mentre in Italia continua il dibattito in merito alla rimozione dei crocifissi nelle scuole, del quale al CinicòDio non frega un emerito cazzo, nella Santa Sede il papa ha ricevuto il famigerato cantante croato Marko Perkovic Thompson, noto alle cronache per il suo ultranazionalismo di estrema destra. Sul sito ufficiale del cantante croato (il quale sostiene di essere un cattolico devoto e di predicare l’amore verso la patria, Dio e la famiglia, nonostante abbia scelto come nome d’arte la marca di un’arma da fuoco) sono reperibili le foto dell’udienza vaticana in seno alla quale Benedetto XVI ha ricevuto in regalo CD e DVD dell’artista in questione.Va sottolineato che i concerti di Thompson fanno sempre il tutto esaurito in Croazia, ma ciò che colpisce di più è il modo in cui egli inizia i suoi spettacoli, salutando il pubblico con il saluto ustascia “Za dom-spremni!” (trad. “Per la patria-pronti!”) - salutoutilizzato dal regime filonazista di Ante Pavelic durante la seconda guerra mondiale, analogo al “Sieg Heil” tedesco o al “A noi” fascista. I concerti di Thompson sono stati vietati in Svizzera (dove gli è stato negato l’ingresso per i prossimi tre anni), Austria, Germania e Olanda. La causa di questi divieti, secondo il cantante, è attribuibile alle lobby ebraiche. Nel brano “Anica, kninska kraljice” (trad. “Anica, regina di Knin”), Thompson canta i seguenti versi: “Per Anica e un boccale di vino / Darò fuoco alle terre dei serbi / Darò fuoco a due o tre postazioni serbe / Tanto per non essere venuto invano”. Un’altra sua canzone è intitolata come il motto utilizzato dallo stesso Pavelic, mentre tutti coloro che gli rivolgono delle critiche vengono da lui definiti come “comunisti, anticristi e massoni”.Come ricorda il blog BalkanRock, Thompson ha inoltre cantato un brano “in cui ricorda con nostalgia il campo di concentramento di Jasenovac, evocando i corpi dei serbi sgozzati che galleggiano sul fiume Neretva.”

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