martedì 10 novembre 2009

Paranoia Nerd

mi ritrovo senza motivo a descrivere i motivi del mio disagio. È insopportabile vedere persone, esseri senzienti, ridursi in tale stato, vivendolo con orgoglio beota. L'incapacità di poter creare una qualsiasi situazione di dialogo di espressione di idee, di personalità. A chi fa comodo questa situazione?
Perché lasciare intere generazioni senza un alternativa al bere? E poi lamentarsi delle stragi del sabato sera, dell'uso di droga e dell'ignoranza dilagante.
Non meritiamo niente, ma deve esserci data la possibilità di fallire.
Io non ho nulla a che fare con la mia generazione, io sono fuori tempo massimo. Però ho questo desiderio di vederli reagire, di vederli incazzati. Rabbiosi e uniti. E invece si vive come in città stato, gli uni con gl'altri contro tutto il resto, chiusi, passivi, vincolati ad una cultura bassa e commerciale.
Io posso parlare di cose precise, semplici, di facile fruizione: musica, cinema, letteratura, politica, pornografia, antropologia spicciola, ma devono essere cose con confini ben precisi, informazioni che confermano o meno ogni proposizione espressa. Se mi parli d'altro mi metti a disagio, io non li voglio sentire i tuoi luoghi comuni le tue frasi fatte, le tue scontate lamentele. Sono stanco di dover ascoltare concetti triti e ritriti. Voglio sentire gente che si mette in discussione, che mette in discussione tutto il preconcetto. Dammi un motivo per continuare queste chiacchiere. Parliamo di niente senza prenderci sul serio, ridiamo del nostro inevitabilmente goffo modo di porci.
Io posso riempirti una serata di parole random su di un gruppo, una corrente musicale, aneddoti senza nessi logici accatastati in un groviglio di informazioni concrete. Ma se mi chiedi un'opinione, e ci tieni veramente a saperla, preparati ad andare fino in fondo al discorso, accetta il fatto che stai aprendo le possibilità al dialogo, non si sa dove si finisce, e metà della roba vien persa per strada, ma io voglio essere estremamente chiaro nel spiegarti la mia posizione, vorrei che tu facessi lo stesso. Il discorso non ha mai fine. Tutto sta nel continuare a provarci. Qualcosa si trova in ogni caso.
È quasi imbarazzante vivere così, ed averne un'auto-consapevolezza violenta. Star lì a guardarsi mentre provo ad esprimere interesse per le cose più banali, dette a ripetizione, tanto vale parlar per proverbi, una frase per ogni situazione la trovi, o ce la fai stare, in genere la gente non nota la differenza, anzi buona anche a darti corda su di una linea fasulla. Rinasco solo quando si torna a parlar per informazioni, per sentenze precise, e lì per sfogarmi ti sparo una sequenza infinita di nozioni, che il più delle volte trovo io stesso noiose e inconcludenti.
Non riesco a viver tranquillo, vorrei che tutti partissimo dallo stesso livello.
Vivi e lascia vivere per me non vale. Se mi stai vicino ti prendi la responsabilità delle conseguenze, nessuno ti obbliga ad ascoltarmi. Sono solo una persona che vuole essere coerente con se stessa, anche se sono il primo a dire che generalmente le mie linee modali sono delle cazzate madornali.
Vorrei mettere ordine, darmi un contegno, ma la curiosità è tutta verso gli svariati percorsi da seguire per intorbidire tutto quello che mi circonda. Amalgamare il tutto, e perdermici.
Tutto è iniziato quando compresi la differenza tra atto consensuale e abuso di sbarbina.

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