martedì 10 novembre 2009

La mia vita mediata 1x01

Devo raccontarvi di come ho preso coscienza della mia solipsistica incapacità di vivere. Il che vuol dire che ho coscienza d'esistere, di essere vivo, e che la realtà che mi circonda esiste solo per il mio “gradimento”, e che questo è tutto ciò con cui posso aver a che fare e in cui mai m'integrerò, mai mi sentirò come una parte di qualcosa. Che in altre parole significa essere spettatore di tutte le vite del mondo senza poter per questo vivere la mia. Che in parole semplici e volgari fa di me un voyer. Sono una versione aggiornata del mito della caverna di platone. Sono l'estensione a stile di vita del ruolo marginale che spetta ad un qualsiasi spettatore al cinema. È una vita di merda.
Uno si trova combattuto tra la visione delle svariate possibilità, e la concreta impossibilità di realizzarle.
Uno si trova a sostenere una conversazione secondo una linea socialmente prestabilita, quando in realtà vorrebbe inserirci un pezzo comico, un po' di suspence, un bel cliffhanger prima di ordinare da bere, prendersi dieci minuti per un flash-back, che si ricollega alla situazione presente attraverso un particolare che fino a quel momento nessuno aveva notato. Ma la realtà è tristemente diversa. Per questo uno si fa da parte, accetta/subisce il ruolo di spettatore, perchè non vuol far parte di qualcosa che lo deluderà, preferisce fruire passivamente tutta la serie di scontatezze espresse, pregando per una fottuta scena madre.
Su questo primo blocco va aggiunta una cospicua e quasi costante assunzione di droga. La droga aiuta. O rovina. Dipende dal punto di vista. Personalmente entrambi hanno le loro ragioni d'essere. Io sono per la cannabis, ed in quanto persona che viva la propria vita mediata la droga prende una qualsiasi situazione che mi fa esclamare “uau” e la trasfigura fino a diventare qualcosa che mi fa urlare “UAU!!!” 'sta cosa ha iniziato a prendere una brutta piega quando si passava dal “non male” al “INCREDIBILE”. Su questo ancora non mi so regolare troppo, ma c'è sempre la possibilità di smettere o unirsi all'esercito del sert. Peccato che una volta sgamato dovrei subire una serie agghiacciante di teatrini da ceto medio, impersonato dalla mia famiglia, pensando con invidia alla drammaticità con cui vivrei il tutto se fosse una rappresentazione. Forse è il semplice fatto che le cose che succedono sono REALI a renderle tanto orribili.
Questo è un episodio pilota.

Nella prossima puntata: parlerò di figa, e delle conseguenti denunce per molestia della stessa.

1 commento:

  1. Bello Bello....chi sei ...Davidone?..
    Ci sta.Le luci della centrale.....
    La danza della realtà.....
    Lino

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